Omicidio Daphne Caruana Galizia, la sorella a Sky Tg24: "Il premier Muscat lasci"

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Corinne Vella chiede a nome della famiglia della giornalista uccisa il 16 ottobre 2017 le dimissioni di Muscat da primo ministro di Malta e da parlamentare, dopo la notizia dell’incriminazione dell'imprenditore Yorgen Fenech. Labour ribadiscono piena fiducia a Muscat

La sorella di Daphne Caruana Galizia, Corinne Vella, ha chiesto a nome della famiglia della giornalista uccisa il 16 ottobre 2017 le dimissioni "immediate" di Joseph Muscat da primo ministro di Malta e da parlamentare. "Ci aspettiamo che il primo ministro lasci l'ufficio e il Parlamento con effetto immediato per permettere una libera e piena indagine sull'assassinio di Daphne", ha detto questa mattina la donna a seguito della notizia dell’incriminazione dell'imprenditore Yorgen Fenech e mentre il partito laburista maltese è stato convocato d’urgenza. Ieri, fonti del partito avevano parlato del 18 gennaio come data in cui il premier lascerà il suo incarico.

Il partito laburista ribadisce piena fiducia a Muscat

Il gruppo parlamentare del partito laburista maltese conferma intanto il proprio sostegno unanime e "la piena fiducia" al primo ministro in tutte le decisioni che assumerà. Lo riferisce il partito in una dichiarazione ripresa dai media locali dopo una riunone convocata stamattina nella località di Girgenti, nei pressi dell'antico palazzo dell'Inquisizione, per decidere il futuro di Muscat. La riunione è avvenuta mentre i media maltesi oggi riportano parole di ministri e parlamentari laburisti che si dicono "scioccati e increduli" per quanto hanno appreso giovedì notte nel confronto del Gabinetto con il Procuratore generale e il capo della polizia. Hanno chiesto alla polizia un supplemento di indagine sull'ex capo di gabinetto di Muscat, Keith Schembri: quest'ultimo, d'accordo con Fenech, avrebbe tentato di incastrare il collega ministro per l'Economia, Chris Cardona, con una lettera dattiloscritta fatta arrivare a Fenech, dopo l'arresto, tramite il dottor Vella (anch'egli arrestato) durante il ricovero in ospedale e poi consegnata alla polizia come prova che avrebbe dovuto garantirgli la grazia.

L'incriminazione dell'imprenditore Yorgen Fenech

Yorgen Fenech - 37 anni, imprenditore e re dei casinò, ex ad del Tumas Group (la principale holding di Malta) e proprietario della 17Black di Dubai - è stato accusato di essere il mandante dell’assassinio dall'intermediario, il tassista-usuraio Melvin Theuma che ha ottenuto la grazia per le prove che ha portato. L'uomo è stato accusato di “aver organizzato o finanziato un crimine compiuto il 16 ottobre 2017, di essere stato complice nell'assassinio di Daphne Caruana Galizia e di essere stato complice con terze persone di essersi procurato gli esplosivi per l'assassinio". I legali di Yorgen Fenech hanno presentato all'ufficio del presidente della Repubblica tre domande di grazia in cambio di prove che accuserebbero Keith Schembri di essere il vero ispiratore dell'omicidio. 

Le indagini

Per l’omicidio della giornalista sono stati arrestati a Malta, nel dicembre 2017, dieci uomini. Poco dopo alcuni di loro sono stati rilasciati, mentre tre sono stati incriminati come esecutori materiali dell’uccisione: si tratta dei fratelli George e Alfred Degiorgio e di Vincent Muscat, che si sono dichiarati non colpevoli davanti al giudice. Soltanto nel novembre del 2018 i media maltesi fanno sapere che gli investigatori avevano identificato i mandanti dell’omicidio della giornalista, senza però fornire ulteriori indicazioni su chi fossero le persone sospettate e se provenissero dal mondo criminale, economico o politico. Il 19 novembre 2019 la polizia maltese ha detto di aver arrestato un uomo sospettato di essere l’intermediario tra il mandante dell’uccisione e chi ha materialmente commesso l’omicidio. A giugno scorso, inoltre, il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo che non ha nulla a che fare con l’Unione Europea) aveva criticato duramente le autorità di Malta per non aver garantito indagini indipendenti ed efficaci sull’uccisione della giornalista.

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