Omicidio Daphne Caruana Galizia, arrestato a Malta presunto tramite tra mandanti e killer

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La polizia ha fermato un uomo sospettato di aver messo in contatto la mente dell’uccisione, ancora ignota, con chi l’ha poi materialmente eseguita. Secondo il Times of Malta, il governo potrebbe concedergli la grazia per le sue rivelazioni

Potenziale svolta nel caso dell’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. (LA STORIA) La polizia ha arrestato un uomo sospettato di essere l’intermediario tra il mandante dell’uccisione - non ancora identificato - e chi ha materialmente commesso l’omicidio.

Potrebbe ottenere la grazia

Secondo il Times of Malta, il governo potrebbe considerare di concedere la grazia all’intermediario se fosse in grado di condurre gli investigatori al mandante. L'uomo, che avrebbe accettato quindi di diventare collaboratore di giustizia, è stato arrestato giovedì e sarebbe legato a un'associazione a delinquere dedita al riciclaggio di denaro sporco. Le condizioni per la sua grazia sono state oggetto di discussioni fra il ministro della Giustizia e il premier, Joseph Muscat, scrive il quotidiano.

L’omicidio e le indagini

Daphne Caruana Galizia è stata uccisa il 16 ottobre 2017 da una bomba piazzata a bordo della sua auto, vicino alla sua casa di Bidnija, nella parte nord di Malta. La giornalista era appena salita in macchina per andare in banca, poi l’esplosione radiocomandata a distanza con un sms inviato a una scheda collegata all’ordigno. A dicembre 2017, 10 uomini sono stati arrestati per l’omicidio, ma poi di questi solo tre sono stati incriminati come esecutori materiali dell’uccisione: i fratelli George e Alfred Degiorgio e Vincent Muscat, che si sono dichiarati non colpevoli davanti al giudice. Il 16 luglio 2019, dopo quasi due anni di indagini, è stato confermato che i tre uomini saranno processati per sei diversi reati, tra cui omicidio volontario e possesso e detonazione di esplosivo. Il 20 settembre 2019, il governo maltese ha avviato un’indagine indipendente sul caso, offrendo una ricompensa di un milione di euro a chi fosse in grado di fornire informazioni utili all’identificazione dei mandanti.

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