Nelle cittadine dove lo scorso fine settimana due diverse sparatorie hanno provocato la morte di 31 persone, in molti chiedono al presidente statunitense di non farsi vedere, accusandolo di alimentare la retorica anti-immigrati
Donald Trump "non è il benvenuto". È questo il messaggio lanciato da molti cittadini di El Paso e Dayton che stanno organizzando proteste dopo che il presidente statunitense ha annunciato di voler visitare i due luoghi dove questo fine settimana si sono consumate due sparatorie che hanno provocato 31 morti. I gruppi contestano l’arrivo del tycoon la cui retorica incendiaria e anti immigrati viene considerata, in particolar modo ad El Paso, in parte responsabile del massacro di sabato che ha colpito soprattutto la comunità ispanica e messicana (FOTO).
Le proteste a El Paso
Il sindaco della città texana al confine col Messico, Dee Margo, ha messo in guardia il presidente dal tornare a invocare la sua politica della tolleranza zero al confine: "Non permetteremo a nessuno di dipingere la nostra città in maniera non coerente con la nostra storia e i nostri valori”. Mentre per il candidato dem alla Casa Bianca Beto O'Rourke, cittadino di El Paso, "dopo la tragedia di sabato il presidente non dovrebbe venire qui".
La sindaca di Dayton incoraggia i manifestanti
Ma anche la prima cittadina di Dayton, in Ohio, Nan Whaley, non ha avuto parole tenere, incoraggiando le persone che vogliono a protestare contro la visita di Trump a farlo e dicendosi delusa dalle parole di Trump dopo le stragi del weekend.
Le parole di Trump alla nazione
Dopo le stragi, il presidente statunitense è intervenuto in diretta tv sottolineando che "non sparano le armi ma la follia”. Ha quindi invocato la pena di morte per chi compie questi crimini, aggiungendo che "il razzismo e il suprematismo sono ideologie che non devono avere posto in America e devono essere sconfitte”.