La neo presidente della Commissione, in un’intervista a diversi media europei, affronta i temi caldi dell’agenda europea, compresa la procedura di infrazione sfiorata dal nostro Paese. E poi aggiunge: “Italia ha diritto a proporre commissario e io a chiedere altri nomi”
"La Commissione che presiederò monitorerà molto da vicino la situazione in Italia" con l'obiettivo di "riuscire a investire per stimolare la crescita senza contravvenire alle regole esistenti". A dirlo è la nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (CHI È), intervistata da La Repubblica e da altri quotidiani europei, rispondendo a una domanda sulla procedura di infrazione contro l'Italia. Ricordando la flessibilità concessa dal 2015 al Paese, von der Leyen assicura: "Cercherò sempre un approccio aperto e costruttivo con l'Italia". E, sulla possibilità che l'Italia proponga un commissario della Lega, ricorda "il diritto di ciascuno Stato membro a proporre i propri commissari", così come "il diritto del presidente a chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni". "Per iniziare bene è importante che io non dia delle condizioni. L'unica cosa essenziale è che nel collegio ci siano tante donne quanti sono gli uomini", sottolinea.
L'atteggiamento "ostile" della Russia e il sì alle sanzioni
In risposta alle domande dei cronisti sulle preoccupazioni dell'aumento del potere di Mosca, von der Leyen dice: "Siamo testimoni da un po' di un atteggiamento ostile da parte della Russia. Che spazia dalla lesione di leggi internazionali, come l'annessione della Crimea, al tentativo di dividere l'Europa il più possibile. Il Cremlino non perdona nessun tipo di debolezza. Dalla nostra posizione di forza dovremmo mantenere le sanzioni e offrire allo stesso tempo il dialogo". E sottolinea: "Stiamo anche migliorando nello smantellamento delle campagne diffamatorie e delle campagne via social media nutrite da fake news. Il nostro privilegio, in quanto democrazie, è quello di rispondere con trasparenza, libertà di stampa e un dibattito aperto".
Cambiamenti climatici e salario minimo
Dopo averne parlato nel suo discorso pre-elezioni al Parlamento Ue, la neo presidente torna poi sul tema dei cambiamenti climatici, sottolineando che “il tempo stringe, stiamo raggiungendo il punto di non ritorno. Dobbiamo sforzarci a cambiare atteggiamento, a far pagare un prezzo maggiore per le emissioni di Co2, dobbiamo investire in ricerca e sviluppo ed energie verdi. Altrettanto importante è che garantiamo un'equa transizione, non tutte le aree hanno le stesse condizioni di partenza. Ciò che fa bene al nostro pianeta deve fare bene anche ai cittadini e all'economia". Come farlo, dal punto di vista economico? "La questione è porre le giuste priorità nel bilancio pluriennale. Se non investiamo di più in questo campo, pagheremo un prezzo molto più alto in futuro". Inoltre, sulla sua proposta di un salario minimo europeo, spiega: “Il segreto è definire bene i dettagli: se qualcuno lavora a tempo pieno dovrebbe essere almeno in grado di sostenersi finanziariamente. Altrimenti spingiamo i lavoratori nel mercato nero e nessuno ne guadagna nulla”.
La questione migranti
Sul fronte dell’immigrazione, von der Leyen ha la sua ricetta: “Abbiamo bisogno di risposte umane. Un approccio comprensivo è urgente, dobbiamo investire pesantemente in Africa per ridurre le pressioni migratorie. Allo stesso tempo dobbiamo combattere il crimine organizzato, riformare Dublino e fare in modo che Schengen possa sopravvivere”. Per la nuova commissaria “le risposte semplici non ci portano da nessuna parte”, da un lato e dall’altro: “l'immigrazione non sparirà e ci sono limiti a quanta immigrazione possiamo assorbire”. Von der Leyen ribadisce poi l’intenzione di rafforzare, in breve tempo, Frontex e riformare urgentemente il trattato di Dublino. “Una volta che le persone intraprendono i loro viaggi della morte, siamo obbligati a intervenire. Salvare vite è sempre un obbligo, ma salvarle non risolve la questione più generale, che è molto più grande. E quando i profughi arrivano a terra, bisogna essere chiari. Chi arriva illegalmente e non ha diritto all'asilo, deve tornare indietro", aggiunge.
La Brexit con il “no deal” sarebbe “enormemente negativa”
Infine, von der Leyen si dice cerca che una Brexit no deal avrebbe "conseguenze enormemente negative" sia per la Gran Bretagna sia per l'Ue, aggiungendo di ritenere che l'accordo di divorzio raggiunto a novembre con Theresa May "sia un buon accordo" e "non sia morto", nonostante l'idea opposta di ministri vicini al probabile prossimo premier britannico Boris Johnson. "Non vogliamo una hard Brexit, sarebbe un cattivo sbocco per entrambe le parti", insiste (LE TAPPE DELLA BREXIT).