Fondi più che raddoppiati e sistema di allerta rapida per la condivisione di informazioni e allarmi su campagne di disinformazione. “Russia prima fonte di interferenza, spende 1,1 miliardi l’anno”, è l’allarme del vicepresidente della Commissione Ue al digitale
L'Unione europea lancia un nuovo Piano d'azione anti-fake news in vista delle elezioni europee di maggio e a tutela degli altri appuntamenti elettorali da qui al 2020 nei 28 Stati membri. Con le nuove misure, le risorse per le Task force in seno al Servizio di azione esterna di Federica Mogherini per identificare i focolai di disinformazione vengono più che raddoppiati, passando da 1,9 milioni di euro del 2018 a 5 milioni per il 2019. Viene poi creato un sistema di allerta rapida tra istituzioni Ue e Stati membri per la condivisione di informazioni e allarmi su campagne di disinformazione. (ECCO COME YOUTUBE PROPONE FAKE NEWS)
La collaborazione con social e piattaforme online
I social e le piattaforme online come Facebook, Google, Mozilla e Twitter saranno monitorati per verificare l'applicazione del codice di buone pratiche che hanno sottoscritto su base volontaria con Bruxelles e che prevede trasparenza nelle pubblicità elettorali, eliminazione di account falsi, identificazione dei cosiddetti bot e collaborazione con fact checkers e ricercatori. Un primo rapporto è atteso a gennaio. Verranno promossi inoltre programmi di “educazione” rivolti ai media. (LA FABBRICA DI FAKE NEWS IN ITALIA)
"Russia spende 1,1 miliardi l’anno per creare fake news"
Nel presentare il Piano, il vicepresidente della Commissione Ue al digitale, l'estone Andrus Ansip, ha lanciato l’allarme sulle interferenze russe: "Abbiamo visto tentativi di interferire in elezioni e referendum, con prove che indicano la Russia come fonte primaria di queste campagne". Per questo "dobbiamo essere uniti e mettere insieme le nostre forze per proteggere le nostre democrazie contro la disinformazione", ha dichiarato. "Combattere la disinformazione - ha sottolineato - richiede uno sforzo collettivo". Ha poi aggiunto che la Russia “investe un enorme budget, 1,1 miliardi l’anno, a sostegno della disinformazione”, e “la fabbrica dei trolls di San Pietroburgo impiega 1000 persone a tempo pieno”.