L’Unione europea procede nella lotta contro la disinformazione sul web. Le regole delle buone pratiche per i social restano volontarie. Nascono la piattaforma per fact-checkers “certificati” e un forum di coordinamento. A fine anno si deciderà se servono leggi ad hoc
Arriva l'attesa stretta anti fake news dell’Unione europea, con misure per i social network, da Facebook a Twitter, e aiuti ai media tradizionali per sostenere l'informazione di qualità. Si parte dalla piattaforma per fact-checkers “certificati” fino al codice di buone pratiche per i social che, però, resta volontario e non ha valore giuridico vincolante. La Commissione Ue monitorerà l’attuazione del codice di condotta e, a fine anno, valuterà se sarà necessario adottare una vera e propria legislazione per combattere le fake news, anche in vista dell'appuntamento chiave delle elezioni europee del 2019.
Fake news "reale minaccia a stabilità società"
La manipolazione della pubblica opinione attraverso le fake news "è una minaccia reale alla stabilità e alla coesione delle nostre società" europee, ha affermato il commissario Ue alla sicurezza Julian King, che ha sottolineato come in molti casi dietro queste operazioni ci siano "attori stranieri", e come in particolare "la dottrina militare della Russia riconosce esplicitamente la disinformazione nella sua strategia di guerra". King ha anche spiegato che il codice delle norme per i social rimane volontario “perché è il modo più rapido ed efficace per affrontare" il problema delle fake news. Il punto, infatti, ha poi sottolineato, è che "non stiamo parlando oggi di avere un Ministro della verità stile '1984'" di George Orwell, "ma solo di aumentare la tracciabilità e la trasparenza". "Non si tratta", infatti, ha continuato il commissario Ue, "di rimuovere queste false notizie ma di permettere ai nostri cittadini di capire chi le finanzia e da dove provengono".
Un forum di coordinamento
Nella comunicazione sulla disinformazione di Bruxelles, si prevede anche di lanciare un forum di alto livello per riunire piattaforme, industria della pubblicità, media e società civile per coordinare gli sforzi nella lotta alla fake news. Sarà questo forum a dover delineare, per luglio, il Codice sulle pratiche che Facebook e simili dovranno seguire, con l'obiettivo di avere una prima valutazione misurabile del loro impatto a ottobre.
Le misure previste per i social network
Tra le misure suggerite dalla Commissione Ue, i social network dovranno monitorare meglio il fenomeno del click-baiting, ridurre le opzioni di targeting mirato per il marketing politico, assicurare la trasparenza dei contenuti politici sponsorizzati, aumentare gli sforzi per chiudere i profili falsi e dei troll e identificare i bot che diffondono disinformazione. Inoltre, dovrà essere facilitata la valutazione degli utenti delle fonti affidabili e dei contenuti di qualità e dovranno essere disposti strumenti facili per poter segnalare online le fake news, facilitare l'accesso a contenuti che rappresentano punti di vista differenti e consentire ai ricercatori di analizzare le dinamiche della disinformazione sui social e il funzionamento degli algoritmi.
La rete europea di fact-checkers e la piattaforma sulla disinformazione
In parallelo, la Commissione Ue sosterrà la creazione, prima dell'estate, di una rete europea indipendente di fact-checkers, e a settembre di una piattaforma europea sulla disinformazione per aiutarli nel loro lavoro. Inoltre Bruxelles lancerà un nuovo bando quest'anno per la produzione e la diffusione di informazione di qualità sull'Ue attraverso notizie fondate sui dati. L'esecutivo comunitario invita quindi gli Stati membri a "prendere in considerazione schemi di aiuti" pubblici "orizzontali per rispondere ai fallimenti di mercato che danneggiano la sostenibilità del giornalismo di qualità", oltre a "misure di sostegno per attività specifiche come formazione giornalistica, innovazione di prodotti e servizi" di informazione.