Si terrà domani, domenica 28 ottobre, lo scontro finale tra il candidato populista di estrema destra - in testa a tutti i sondaggi - e il suo avversario, ex sindaco di San Paolo, di sinistra e di origini libanesi che spera in una rimonta clamorosa
Cresce l’attesa in Brasile in vista del ballottaggio per le elezioni presidenziali di oggi domenica 28 ottobre. A contendersi la vittoria sono il candidato dell'estrema destra populista Jair Bolsonaro (chi è) e il suo avversario di sinistra Fernando Haddad, ex sindaco di San Paolo e vicino all'ex presidente Lula. Secondo i sondaggi, è Bolsonaro il favorito ma lo sfidante appare in piena rimonta e avrebbe ridotto sensibilmente lo svantaggio.
Bolsonaro è il favorito, Haddad prova la rimonta
Bolsonaro ha sfiorato la vittoria al primo turno del 7 ottobre, ottenendo il 46% grazie alla sua retorica nazionalista. L'attentato di cui è stato vittima a settembre, quando uno squilibrato lo ha accoltellato ad un comizio, ha notevolmente aumentato la sua popolarità, alimentata da un uso abile dei social. In queste tre settimane Bolsonaro è inizialmente schizzato nei sondaggi, tanto che la sua vittoria sembrava certa. Ma negli ultimi giorni si è assistito ad una inversione di tendenza: se prima c'era un distacco di 18 punti fra i due candidati, ora il divario si è ridotto. Un sondaggio Ibope lo riduce a 14 punti, mentre Datafolha lo abbassa a 12. Bolsonaro rimane comunque in largo vantaggio, con il 56-57%, anche Haddad spera ormai apertamente nella rimonta, dal suo 43-44%. E il candidato populista ha già messo le mani avanti, dichiarando su Facebook che il suo avversario potrà vincere soltanto con i brogli.
Chi è Jair Bolsonaro
Ex militare, il 63enne Bolsonaro è stato in grado di conquistare numerosi elettori che hanno perso fiducia nella classe politica. Ancora in convalescenza dopo l'attentato, il "Trump brasiliano" ha approfittato delle sue condizioni di salute per evitare ogni faccia a faccia televisivo con il suo avversario. Appoggiato dagli agrari e gli imprenditori per la sua visione liberista, Bolsonaro piace anche al ceto medio e ai brasiliani più poveri spaventati dalla crescente criminalità. Sostenuto dalle chiese evangeliche per il suo messaggio conservatore antiaborto, ha saputo capitalizzare il diffuso ripudio per il "lulismo", inteso come sistema di potere corrotto. Secondo alcuni media locali, la sua campagna elettorale è stata fortemente aiutata dall'ondata di fake news contro l'avversario che circolano su WhatsApp. Tuttavia, a molti dei suoi elettori sembra importare poco degli eccessi di Bolsonaro, delle sue dichiarazioni violentemente omofobe, razziste e sessiste, dei suoi richiami nostalgici alla dittatura militare.
Chi è Fernando Haddad
Ex ministro dell'Istruzione ed ex sindaco di San Paolo, Haddad è un accademico dai toni pacati, che tuttavia si sta dimostrando piuttosto tenace e combattivo. Nato 55 anni fa a San Paolo, in una famiglia di cristiani libanesi, Haddad si è laureato in Economia, Diritto e Filosofia. Sposato con una dentista, è padre di due figli. Iscritto al Pt dal 1983, è stato ministro dell'Istruzione nel governo Lula. Allora erano tempi di crescita economica e Haddad favorì la nascita di 14 nuove università, estese l'accesso all'istruzione per le classi più disagiate e avviò un programma per la distribuzione gratuita di 700 milioni di libri in tutto il Brasile. La campagna elettorale ha chiaramente mostrato che, accanto al sostegno per Lula (che la sinistra ha provato invano a candidare dal carcere), c'è anche una larga parte dell'opinione pubblica delusa e ostile verso l'ex presidente, considerato al centro di un sistema di potere corrotto. Haddad ne ha preso atto. E nella campagna per il ballottaggio ha ridotto i riferimenti all'ex presidente: invece di presentarsi come portatore dei "valori di Lula", si è fatto difensore dei "valori della democrazia" per conquistare i moderati che temono l'estremismo populista di Bolsonaro. "Vinceremo le elezioni, non ho dubbi. Sento aria di rimonta", ha dichiarato su Twitter.
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