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Elezioni in Brasile, Jair Bolsonaro in vantaggio nei sondaggi

Mondo
Jair Bolsonaro, Getty Images

Il candidato del Partito Social-Liberale è dato al 32% delle preferenze. Dietro di lui l'economista Fernando Haddad del Partito dei Lavoratori, fermo al 21%, ma in corsa da un mese dopo l'esclusione della candidatura dell'ex presidente Lula

Il prossimo 7 ottobre in Brasile si terranno le elezioni politiche generali. Gli elettori saranno chiamati a votare il loro 37mo presidente che, a sua volta, nominerà il proprio vice. La tornata elettorale servirà anche per rinnovare il Congresso nazionale: totalmente per quanto riguarda i 513 deputati, e solo in parte per il Senato dove si cambieranno i due terzi degli 81 membri. A livello statale verranno eletti anche i nuovi governatori, i vicegovernatori e le assemblee legislative. Secondo i sondaggi, è in vantaggio Jair Bolsonaro, il candidato del partito Social-Liberale accoltellato durante la campagna elettorale.

I sondaggi elettorali

A meno di una settimana dal voto i sondaggi circoscrivono la corsa a due candidati: Jair Bolsonaro del Partito Social-Liberale e Fernando Haddad del partito de Partito dei Lavoratori. Secondo l'ultima rilevazione effettuata dall'istituto Datafolha lo scorso 2 ottobre, l'ultraconservatore Bolsonaro, conterebbe sull'appoggio del 32% dei votanti. Dietro di lui c'è con il 21% delle preferenze l'economista Haddad in corsa da solo un mese dopo l'esclusione da parte della Suprema Corte Elettorale della candidatura dell'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva che sta scontando una condanna a 12 anni per tangenti. In terza posizione si piazzerebbe il candidato del Partito Democratico Laburista, Ciro Gomes: secondo i sondaggi l'avvocato e professore universitario potrebbe contare sull'11% delle preferenze. Fuori dalla doppia cifra Marina Silva, professoressa e ambientalista in quota Rede Sustentabilidade e che i sondaggi del 2 ottobre danno appena al 4%. Dietro di lei João Amoêdo (3%), Henrique Meirelles (2%) e Geraldo Alckmin (0,1%). Molto alta, sembrerebbe essere al momento la percentuale degli elettori indecisi: sono l'8% quelli compresi nell'opzione “scheda bianca o nulla”; mentre un altro 5% si è detto indeciso o ha preferito non rispondere.

I 13 candidati in corsa

La competizione si presenta comunque combattuta: uno dei fattori chiave è il numero dei candidati alla successione di Dilma Rousseff, sospesa per sei mesi con un impeachment nel maggio del 2016 e poi definitivamente destituita il 31 agosto dello stesso anno, in favore di Michel Temer. A contendersi la carica di presidente saranno ben 13 candidati: Alvaro Dias (Podemos), Cabo Daciolo (Patriota), Ciro Gomes (PDT), Fernando Haddad (PT), Geraldo Alckmin (PSDB), Guilherme Boulos (PSol), Henrique Meirelles (MDB), Jair Bolsonaro(PSL), João Amoêdo (Novo), João Goulart Filho (PPL), José Maria Eymael (PSDC), Marina Silva (Rede) e Vera Lúcia (PSTU). Nessuno di loro, al momento, sembrerebbe essere in grado di ottenere oltre il 50% dei voti e quindi chiudere la partita al primo turno. In caso di ballottaggio i brasiliani torneranno alle urne il 28 ottobre quando la competizione si restringerà ai due candidati più votati al primo turno e sarà eletto chi avrà ottenuto più preferenze.

Il caso Lula

Le elezioni del prossimo 7 ottobre in Brasile saranno quelle con il più alto numero di candidati dalla tornata elettorale del 1989 che segnò l'uscita del Paese dal regime militare e alla quale parteciparono ben 22 pretendenti. E se attualmente i numeri sembrerebbero favorire la vittoria di Bolsonaro, i sondaggisti continuano a fornire dati basati sull'ipotesi di Lula in corsa. Ipotesi esclusa definitivamente lo scorso 1 settembre, quando l'alta corte elettorale ha stabilito che l'ex presidente non potrà partecipare alle elezioni a causa della sua condanna a 12 anni di carcere per tangenti. Una sentenza che sospende di fatto i diritti politici dell'ex sindacalista in virtù della “legge Fedina Pulita”. Lula fuori dalla competizione, ma ancora dentro gli studi dei sondaggisti visto l'enorme numero dei brasiliani che continua a dichiararsi disposto a votare ancora il leader di fatto del Partito dei Lavoratori. All'ultima rilevazione di Datafolha il 39% dei votanti si è espresso a favore di Lula, facendo scendere le percentuali di Bolsonaro al 19%. La pesante eredita dell'ex presidente sembrerebbe dunque aggiungere difficoltà all'impresa di Haddad che oltre alle insidie di una candidatura breve, dovrà affrontare la mancanza dei voti nel Nordest considerata la parte più sostanziosa del bacino elettorale di Lula.

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