Sull'isola di Sulawesi si lotta contro il tempo per trovare eventuali superstiti. Intanto sono arrivati dopo diversi giorni i primi aiuti internazionali, ma l'afflusso è rallentato dai gravissimi danni alle vie d'accesso e all'aeroporto
È sempre corsa contro il tempo nella ricerca ai sopravvissuti del terremoto di magnitudo 7.5 e del successivo tsunami (COSA È), che la scorsa settimana hanno colpito l'isola di Sulawesi, in Indonesia, dove il numero delle vittime è salito a 1.558. Con giorni di ritardo sono arrivati i primi aiuti internazionali nelle zone disastrate, dove secondo le Nazioni Unite almeno 200mila persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Ma l'afflusso degli aiuti è rallentato dai gravissimi danni all'aeroporto e alle vie d'accesso. Dopo vari casi di saccheggi, la polizia ha cominciato ad arrestare gli sciacalli e ha annunciato che sarà autorizzata a sparare a coloro che saranno sorpresi a rubare.
La donazione di Papa Francesco
Intanto ieri, 4 ottobre, nell’isola è anche eruttato il vulcano Soputan, causando ulteriori disagi (I VIDEO DELLO TSUNAMI). È notizia sempre di ieri il contributo di 100mila dollari destinato per il soccorso alle popolazioni colpite da Papa Francesco, per aiutare "in questa prima fase di emergenza”, inviato tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.