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Usa, cortei contro Trump: “Migranti qui benvenuti”

Mondo
ANSA/EPA/CJ GUNTHER

Settecento eventi in tutto il Paese: al centro della mobilitazione, partita da Washington, l’appello per riunificare le famiglie separate ai confini. Il presidente: nostre leggi sull'immigrazione le più stupide al mondo

Un fiume di persone a Washington. Una marea umana a Boston, Chicago, New York, Los Angeles, Portland in Oregon. Da est a Ovest. Da nord a sud. Fino in Texas, a ridosso della frontiera fra Usa e Messico. Al grido di "Famiglie Unite" un'ondata di proteste percorre gli Stati Uniti, per scandire il fermo 'No' alla 'tolleranza zero' voluta dall'amministrazione Trump in tema di immigrazione e scandire il suo slogan: 'Migranti qui siete i benvenuti'. Il presidente Usa ha affidato la sua replica a Twitter: "Quando la gente entra nel nostro Paese illegalmente, dobbiamo immediatamente scortarla fuori senza dover andare attraverso anni di manovre legali. Le nostre leggi sono le più stupide al mondo. I repubblicani vogliono frontiere solide e nessun crimine. I Dem vogliono frontiere aperte e sono deboli sul crimine!".

Appello per riunificazione famiglie

Al centro della mobilitazione, che parte dalla capitale, l'appello accorato alla riunificazione delle famiglie di migranti separate al confine: i cartelli sono espliciti come la piazza ha abituato fin dall'indomani dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Ma questa volta l'immagine di bambole rinchiuse in gabbie tocca nel profondo una opinione pubblica che da giorni fa sentire la sua voce con focolai di proteste. Quasi 600 le persone fermate (poi rilasciate) due giorni fa quando una marcia di donne è confluita in uno degli edifici che ospitano il Senato a Capitol Hill. Tra loro anche l'attrice Susan Sarandon, 'veterana' delle manifestazioni a Washington, ma la cui immagine con le mani alzate torna a gridare il dissenso.

Settecento eventi in tutto il Paese

Centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese. Circa 700 gli eventi, grandi e piccoli, in tutto il mondo. "Non come la marcia delle donne all'indomani dell'insediamento di Trump. Forse c'era più gente anche alla manifestazione contro le armi a marzo. Ma la mobilitazione resta massiccia per un evento organizzato in pochi giorni e tramite il tam tam via web, spiega Martha Taylor guardando scorrere il fiume di gente lungo Pennsylvania Avenue a Washington, diretto verso la sede del Congresso a Capitol Hill: "Del resto molti potevano anche decidere di non venire, visto che i giudici hanno già stabilito che le famiglie devono essere ricongiunte. Ma non ce la sentiamo di lasciare fare, ce ne dobbiamo occupare in prima persona".

Giudice federale: bambini vanno ricongiunti a genitori

Martedì scorso un giudice federale ha deciso che i bambini separati dalle mamme e dai papà in seguito all'implementazione della cosiddetta linea della 'tolleranza zero' dovranno essere ricongiunti ai genitori, con un limite di tempo di 14 giorni per quelli con meno i 5 anni, e di 30 giorni per i più grandi. Nel frattempo, però, molti dei loro genitori sono stati già espulsi e resta incerto il destino dei minori già nei centri di accoglienza. Centri come quelli visitati nei giorni scorsi dalla first lady Melania Trump al confine: prima in Texas, poi giovedì - una settimana dopo - in Arizona.

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