Spaccature e divisioni preannunciate caratterizzano il summit che quest'anno si tiene in Quebec. Dal 2014, quando la Russia è stata esclusa, i leader presenti sono quelli di Usa, Gb, Giappone, Italia, Germania, Francia e Canada. Tra i temi in agenda dazi e Iran
Si tiene in Canada, tra venerdì 8 e sabato 9 giugno, il G7, il summit a cui partecipano sette dei Paesi più industrializzati al mondo: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia, Canada e Italia. Non c'è la Russia, esclusa dagli incontri da quattro anni dopo il raffreddamento dei rapporti a causa dell'annessione della Crimea. Gli incontri del G7 del 2018 si svolgono a La Malbaie, capitale della municipalità della contea di Charlevoix-Est, nella provincia francofona del Québec. È un'edizione particolarmente delicata per via delle tensioni su alcuni temi: i dazi imposti dagli Usa su acciao e alluminio e la riposta dell'Ue, il nucleare dell'Iran, e il clima.
Cos’è il G7 e quali Paesi partecipano
Il G7 è la riunione cui partecipano sette tra le maggiori potenze economiche al mondo: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia, Canada e Italia (più una delegazione dell’Unione Europea). La “G” sta sia per “gruppo” sia per “grandi”. L’edizione di quest’anno del forum si tiene a La Malbaie (Québec) ed è guidato dal premier canadese Justin Trudeau. L'origine del summit delle grandi economie industrializzate risale al 1975, quando il presidente francese Valéry Giscard d’Estaing invitò i leader della Repubblica federale di Germania, del Regno Unito, dell'Italia, degli Stati Uniti e del Giappone a Rambouillet per discutere della crisi petrolifera del 1973-1974. Da quel G6 nacque l’idea di un incontro annuale tra le maggiori potenze industriali per coordinare le strategie politiche ed economiche. L’anno dopo si aggiunse il Canada e il G6 diventò G7. Dal ’77 partecipò, come membro non enumerato, anche la Cee (antesignana dell’Ue). Il ruolo di presidente del G7 ruota ogni anno tra i Paesi membri in questo ordine: Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Giappone, Italia e Canada. L'Unione Europea non prende parte a questa rotazione.
Perché la Russia è assente?
Nel 1997 Mosca partecipò anche ai lavori ufficiali del G7, che divenne prima G7+1 e l’anno dopo G8. Il primo vertice sotto la presidenza russa si tenne nel luglio 2006 a San Pietroburgo mentre il secondo, programmato nel 2014 a Sochi, fu spostato a Bruxelles e presieduto eccezionalmente dall'Ue: con l’aggravarsi della crisi in Crimea, infatti, gli altri Paesi esclusero Mosca dal tavolo e il forum è tornato a essere un G7 senza la Russia.
I Paesi outreach
Ai 7 del summit e alla delegazione dell'Unione Europea, si aggiungono i cosiddetti "Paesi outreach": Stati non membri del G7 e organizzazioni internazionali, invitate dalla presidenza di turno in rappresentanza di diverse aree regionali. A questa edizione del summit parteciperanno 12 Paesi da Africa, Sudamerica, Asia, più le consuete rappresentanze di Ocse, Fondo monetario, Banca mondiale e Onu.
I temi del G7 in Canada
La distanza tra i leader mondiali e Trump nel G7 di Charlevoix è tale che c'è già chi l'ha soprannominato un “G6 + 1”, con gli Usa che hanno posizioni isolate su diversi temi. Il punto su cui c’è maggior dissenso resta quello dei dazi che, direttamente o indirettamente, colpiscono tutti i leader presenti: dopo la decisione di Trump di applicare tariffe doganali all’importazione di alluminio e acciaio e la risposta dell’Ue con misure analoghe nei confronti degli Usa, trovare un accordo sarà molto complicato. Lontanissimi, i leader del “G6” da un lato e Trump dall'altro, anche sull'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare iraniano, altro tema chiave di questa edizione. Ciò che resterà sicuramente fuori da un eventuale documento congiunto sarà il clima, vista la decisione del presidente statunitense di non attendere la fine dei lavori e di partire in anticipo, prima del tavolo su cambiamenti climatici ed energia pulita. Ufficialmente per poter volare direttamente a Singapore per l’atteso incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un, che si terrà il 12 giugno. Crescita, lavoro e parità di genere saranno altri temi in agenda, forse con meno spaccature. Ma anche tra i Paesi europei le distanze non sono poche. A cominciare dall'immigrazione, con la spaccatura totale sulla riforma del regolamento di Dublino, e proseguendo con il rapporto nei confronti della Russia.