Bruxelles chiede al colosso "se cittadini europei siano stati coinvolti" nella raccolta dati della società britannica. Zuckerberg "snobba" la commissione del Parlamento britannico ma si prepara a testimoniare al Congresso americano. Male i titoli tech a Wall Street
Ultimatum di Bruxelles a Facebook. Il colosso americano del web ha due settimane di tempo per chiarire alcuni dei punti oscuri dello scandalo sulla raccolta dei dati di 50 milioni di utenti finiti, per il tramite del ricercatore Aleksandr Kogan, nelle mani degli spin doctor di Cambridge Analytica: società britannica di consulenza politica sospettata d'aver cercato di manipolare il consenso nel voto presidenziale Usa, nel referendum sulla Brexit e in varie altre elezioni. Il monito, recapitato dalla commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jurova, alla responsabile operativa del social, Sheryl Sandberg, arriva nel giorno in cui il patron dell'azienda di Menlo Park, Mark Zuckerberg, fa infuriare proprio il parlamento d'un Paese europeo, snobbando la convocazione della commissione cultura, digitale e media della Camera dei Comuni britannica che indaga su megadata e presunte interferenze elettorali e accettando, invece, di comparire (forse il 10 aprile, con i boss di Google e di Twitter) di fronte al Congresso Usa.
Rischio maxi multa negli Usa
Intanto negli Stati Uniti si profila per Facebook una multa da capogiro se l'Antitrust statunitense appurasse che non ha protetto la riservatezza di decine di milioni di americani i cui dati sarebbero stati usati impropriamente per orientare la campagna elettorale Usa del 2016 in favore di Donald Trump. L'autorità di garanzia della concorrenza a stelle e strisce ha aperto un'indagine sulla multinazionale fondata da Mark Zuckerberg.
Nuovo tonfo in Borsa, Zuck più "povero"
L'onda lunga dello scandalo di Facebook travolge i titoli tecnologici a Wall Street, e a farne le spese è soprattutto Twitter che alla fine della giornata di contrattazione lascia sul terreno il 12,03%. Facebook perde il 4,92%, Google il 4,47%, Microsoft il 4,6%, Amazon il 3,78%, Apple il 2,56%. Dall'inizio dello scandalo Facebook ha perso oltre 80 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione, con il titolo che ha perso complessivamente il 18% del suo valore. Duro colpo anche alla ricchezza personale di Mark Zuckerberg che ad oggi è arrivato a perdere 14 miliardi di dollari.
Zuckerberg non si presenterà a commissione Gb
Nel Regno Unito Mark Zuckerberg è stato invitato a intervenire personalmente davanti ai deputati della Commissione cultura, digitale e media per rispondere a domande sullo scandalo. La convocazione è arrivata tramite lettera del presidente della commissione, Damian Collins, per chiarire le "incongruenze" imputate a suoi collaboratori in precedenti audizioni. Ma il patron di Facebook ha declinato l'invito, offrendo di mandare al suo posto due manager: il chief technology officer di Facebook, Mike Schroepfer, e il chief product officer, Chris Cox.
L'ex dipendente di CA: "Impatto forse decisivo su Brexit"
È stato invece sentito dalla Commissione britannica Christopher Wylie, l'ex dipendente di Cambridge Analytica che ha fatto emergere il caso. Secondo Wylie l'utilizzo improprio dei dati degli utenti Facebook ha avuto un ruolo decisivo nella campagna referendaria sulla Brexit. L'ex dipendente della società finita nella bufera ritiene infatti "del tutto possibile" che il referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue avrebbe potuto avere un esito diverso senza l'azione coordinata di "microtargeting" sull'elettorato. Azione condotta - come ha affermato di fronte alla commissione parlamentare britannica - in particolare da una società legata a Cambridge Analytica per conto della piattaforma Tory ed euroscettica di "Vote Leave"'.
Le scuse di Zuckerberg sui giornali
Intanto Zuckerberg continua a scusarsi. Alcuni giorni fa ha acquistato delle pagine sui principali quotidiani statunitensi e del Regno Unito per chiedere scusa agli utenti Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica: "Abbiamo la responsabilità di proteggere i vostri dati. Se non ci riusciamo, non vi meritiamo", aveva scritto il fondatore di Facebook. Sui quotidiani Zuckerberg aveva rassicurato tutti gli utenti sul fatto che non ci sarà mai più un’applicazione in grado di violare i dati degli account personali, e aveva detto: "Stiamo adottando misure per fare in modo che questo non avvenga. Facebook sta indagando su ogni singola app che ha accesso a grandi quantità di dati". Per avere chiarimenti sulla vicenda, Zuckerberg è stato convocato, oltre che dalla Commissione cultura del Parlamento britannico, anche dal Parlamento europeo e dalla Commissione Usa per l'energia e il commercio.