Società "spiava" utenti Facebook, pressing Usa-Gb su Mark Zuckerberg
MondoWashington e Londra vogliono risposte dal fondatore di Fb sul caso dei dati di 50 milioni di utenti americani del social che sarebbero stati usati impropriamente dalla società britannica di analisi Cambridge Analytica
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono risposte a Mark Zuckerberg sul caso di Cambridge Analytica, la società britannica d'analisi che avrebbe usato in modo improprio i dati di milioni di utenti della piattaforma californiana. Sotto i riflettori in particolare l'attività di Cambridge Analytica durante campagna presidenziale di Donald Trump del 2016 e durante quella per la Brexit. Washington e Londra chiedono che il fondatore di Facebook compaia davanti alle apposite commissioni d'indagine per dare la sua versione sul caso. Secondo due inchieste del New York Times e del Guardian i dati dei profili Facebook di 50 milioni di elettori americani sarebbero stati illecitamente utilizzati da Cambridge Analytica a fini elettorali. Venerdì il colosso di Menlo Park ha annunciato di aver oscurato dalla sua piattaforma la società sotto accusa e i due accademici responsabili della raccolta dei dati.
Social network sulla difensiva
Facebook è sulla difensiva: il social network precisa che "non si trattato di un furto" di dati: "la gente decide di condividere i dati con app e se queste app non rispettano gli accordi con noi e con gli utenti è una violazione" spiega Andrew Bosworth, manager di Facebook. Cambridge Analytica infatti avrebbe avuto accesso ai profili di 50 milioni di americani grazie a un professore che aveva detto a Facebook di volerli a scopo accademico.
Zuckerberg sotto attacco
Da entrambe le sponde dell'Atlantico arrivano però richieste di spiegazioni per il fondatore di Facebook. "Zuckerberg deve essere sentito dalla commissione Giustizia del Senato su cosa e da quanto Facebook sapesse esattamente sull'utilizzo dei dati di 50 milioni di americani per spot pubblicitari politici mirati e per la manipolazione degli elettori", ha chiesto la senatrice democratica statunitense Amy Klobuchar. A criticare Facebook è anche il senatore repubblicano Marco Rubio. "Talvolta queste società crescono così rapidamente e ricevono dai media pubblicità positiva che iniziano a pensare di essere al di sopra delle regole che si applicano a tutti" mette in evidenza l'ex candidato alla Casa Bianca.
Dello stesso tono la richiesta del parlamentare inglese Damian Collins, che guida indagini su presunte interferenze politiche nell'ambito delle quali sono stati sentiti funzionari di Cambridge Analytica e Facebook. "Scriverò a Zuckerberg e gli chiederò di comparire, o di far comparire un altro manager, davanti alla commissione" che si occupa delle indagini, spiega Collins. "È inaccettabile che siano stati inviati in precedenza funzionari che hanno cercato di evitare domande difficili dicendo che non avevano le risposte. Questo crea la falsa rassicurazione sul fatto che le politiche di Facebook sono sempre efficaci" aggiunge.
In arrivo nuovi guai per Cambridge Analytica
Oltre alle rivelazioni del NYT e del Guardian, sulle attività di Cambridge Analytica potrebbero emergere nuovi dettagli. Nelle scorse settimane i giornalisti di Channel 4 hanno girato un documentario negli uffici della compagnia di dati fingendosi potenziali clienti. I giornalisti avrebbero incontrato anche l'amministratore delegato di CA, Alexander Nix, che avrebbe svelato le tecniche di "microtargeting" usate nelle campagne elettorali a partire dalla profilazione dei dati Facebook degli elettori. Secondo il Financial Times, Nix in queste ore sta provando a bloccare la messa in onda del documentario.
La vicenda
Nei giorni scorsi Facebook ha deciso di oscurare dalla sua piattaforma Cambridge Analytica spiegando di essere stata ingannata dalla società, rea di aver violato le sue politiche sulla gestione dei dati degli utenti. Le inchieste giornalistiche di Nyt e Guardian hanno svelato che la compagnia avrebbe utilizzato i dati personali di 50 milioni di elettori americani, utenti di FB, raccolti senza autorizzazione all'inizio del 2014, per sviluppare tecniche e software in grado di "profilare" gli elettori americani e di indicarli come destinatari di annunci politici su misura. Facebook ha spiegato che Cambridge Analytica ha conservato impropriamente i dati degli utenti pur avendo detto al social media di averli distrutti.