Fukushima, 14 anni fa il disastro nucleare dopo il terremoto
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L'11 marzo del 2011 un sisma e il conseguente tsunami colpirono il Giappone settentrionale causando uno degli incidenti più gravi mai registrati dopo Chernobyl. Un evento che ha ancora oggi effetti sull'ambiente e le persone di quell'area
L'11 marzo del 2011 un terremoto di magnitudo 9.0 e il conseguente tsunami che colpì la parte settentrionale del Paese asiatico, causarono nella centrale di Fukushima uno dei disastri nucleari più gravi mai registrati dopo l'incidente di Chernobyl. Il terremoto, con epicentro in mare, è stato uno dei più forti della storia del Giappone.
L'incidente
Il terremoto fu registrato alle 14:46 locali (6:46 italiane) in pieno oceano, a 130 chilometri a est della città di Sendai, 373 chilometri a nord-est di Tokyo. Il sisma provocò uno tsunami in grado di generare onde superiori ai 10 metri, con punte di 40 metri, che si abbatterono sulle coste del Giappone. Il maremoto causò gravi incidenti alla centrale nucleare di Fukushima dove, complici anche i guasti al sistema di raffreddamento, furono interessati i reattori numero 1, 2 e 3. Venne rilasciato materiale radioattivo nell'ambiente circostante e, come accaduto a Chernobyl, ci fu un meltdown nucleare (fusione del nocciolo) di livello sette: il massimo della scala di misurazione. Fra morti e dispersi ci furono oltre 20mila vittime e circa 120mila persone furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa delle radiazioni.
Fukushima dopo il disastro
Uno studio dell'università giapponese di Kanazawa, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), a sette anni dal disastro, ha rivelato che a seguito dell'incidente del 2011, la sabbia di 8 spiagge che si trovano a circa 100 chilometri dall'impianto nucleare di Fukushima conterrebbe il cesio-137: una forma radioattiva di questo metallo generata come sottoprodotto della fissione nucleare dell'uranio. Le quantità di questo elemento sarebbero dieci volte superiori nelle falde acquifere. A oggi i problemi della regione colpita dal disastro nucleare sarebbero ancora le acque radioattive, la contaminazione del suolo e lo smaltimento del combustibile nucleare e un notevole aumento di casi di problemi alla tiroide nei bambini. A livello ufficiale, tuttavia, non è mai stato confermato un collegamento diretto tra i tumori e l'incidente nucleare.

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Sette città sono ancora non abitabili
Circa 20.000 degli oltre 160.000 residenti evacuati a Fukushima non sono ancora tornati a casa. Il lavoro di decontaminazione svolto prima delle Olimpiadi di Tokyo, ha portato alla riapertura di alcune zone vietate, ma 7 delle 12 città colpite rimangono completamente o parzialmente off-limits.
Le acque di raffreddamento
Lo scorso agosto ha preso il via il rilascio in mare dell’acqua di raffreddamento contaminata, trattata e diluita per la decontaminazione, tra le proteste dei pescatori locali e dei Paesi vicini, in particolare della Cina, che ha vietato le importazioni di frutti di mare giapponesi.

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L’incognita del combustibile fuso ancora nell'impianto
Lo stato e il contenuto dei tre reattori fusi nell’incidente sono ancora in gran parte avvolti nel mistero. Non sembra, infatti, che sia stato ancora rimosso tutto o parte del combustibile. Quindi, circa 880 tonnellate di combustibile nucleare fuso rimangono all’interno dei tre reattori danneggiati e per rimuoverlo ci vorrebbero 30-40 anni. La mancanza di dati, tecnologie e piani su cosa fare del combustibile fuso radioattivo e di altre scorie nucleari rende difficile capire cosa ci sarà in serbo per l’impianto e le aree circostanti una volta terminata la bonifica.
