Il crollo dei prezzi (conseguenza del bando imposto dalla Cina dopo la decisione del governo di Tokyo di rilasciare l'acqua trattata dalla centrale di Fukushima lo scorso 24 agosto) riguarda in primo luogo pesci considerati di alta fascia, come la platessa e i ricci di mare
I prezzi al dettaglio dei prodotti ittici di alta qualità provenienti dall'Hokkaido, la prefettura più a nord del Giappone, attualmente sono inferiori del 40-50% rispetto all'anno scorso. Lo affermano le autorità locali, a seguito del bando imposto dalla Cina deciso dopo la decisione del governo di Tokyo di rilasciare l'acqua trattata dalla centrale di Fukushima lo scorso 24 agosto. Il crollo dei prezzi che riguarda in primo luogo pesci considerati di alta fascia, come la platessa e i ricci di mare, comprende anche altri prodotti alimentari non derivati dal mare, che sono comunque inclusi nella lista dei divieti.
Il crollo dei prezzi
La Cina è stata a lungo il principale acquirente di prodotti ittici giapponesi e l'intera industria nipponica è stata duramente colpita dal divieto di importazione imposto da Pechino. E al danno si aggiunge anche la beffa: gli organizzatori di un noto festival alimentare che celebra l'Hokkaido a Singapore ha richiesto che i prodotti ittici giapponesi fossero esclusi dall'evento, racconta il giornale Asahi Shimbun. Sebbene il Paese del Sudest asiatico non abbia imposto un divieto di importazione sui prodotti alimentari giapponesi, le autorità di Hokkaido sospettano che la decisione sia stata presa per rassicurare la predominante popolazione etnica cinese residente nella città-stato. La prefettura ha riferito che indagherà ulteriormente sull'impatto economico dell'embargo cinese per studiare nuove misure di assistenza per l'industria locale.