Cos'è Guam, l'isola del Pacifico minacciata da Pyongyang

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Cannoni a Fort Santa Agueda, unici resti spagnoli sulla collina che domina Hagatna, capitale dell'isola (Getty Images)
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Questa “piccola fetta d'America” ha un'importanza strategica per gli Stati Uniti, cui appartiene dal 1898, perché ospita due basi militari. Per la Corea del Nord attaccarla equivarrebbe a colpire gli Usa

Nella guerra, finora a suon di minacce (e prove di forza, tra cui i test missilistici di Pyongyang), fra Corea del Nord e Stati Uniti, l'ultima lanciata da Kim Jong-un riguarda l'isola di Guam. Ma perché una minuscola porzione di terra nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico è così importante nei rapporti con Washington?

Cos'è e dove si trova Guam

Guam, che il “New York Times” descrive come una “piccola fetta d'America” nel Pacifico, è un'isola di appena 550 chilometri quadrati che ospita circa 163mila abitanti – l'equivalente di quelli di una piccola città statunitense – a maggioranza cattolica. Appartiene agli Stati Uniti dal 1898, quando fu ceduta dalla Spagna in seguito alla guerra ispano-americana. Attaccata dal Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, è tornata americana nel 1944 e di recente ha festeggiato il 73esimo anniversario della liberazione. Si trova vicino alle isole Marianne, a una distanza in linea d'aria di duemila chilometri dalle isole giapponesi, le Filippine e la Papua-Nuova Guinea. E addirittura a 3.400 dal suo “vicino” nordcoreano, che da giovedì 10 agosto – dopo le minacce di Kim Jong-un che hanno ricevuto pronta risposta dal presidente Usa Donald Trump – è diventato un po' più “scomodo”.

Perché l'isola è così importante

L'isola, che come scrive anche il quotidiano “Le Monde” si dice “pronta ad ogni eventualità”, dal 2013 dispone di uno scudo antimissilistico Thaad, acronimo di Terminal high altitude area defense. Attualmente ospita circa seimila militari statunitensi – 13mila persone in tutto, se si conta anche il personale alle dipendenze dell'esercito (e inoltre Washington si prepara a raddoppiare il numero dei soldati da qui al 2022) – che occupano quasi il 30 per cento del territorio stazionando tra la base navale che si trova nel sud di Guam e quella aerea a nord, denominata “Andersen Air Force Base”. La prossimità di Guam con la penisola coreana e il Giappone, scriveva già nel 2012 il segretario aggiunto alla Difesa di Barack Obama, Ashton Carter, “fanno dell'isola un importante hub per l'esercito americano nell'ovest del Pacifico”. Per Pyongyang, invece, attaccarla equivarrebbe in un certo senso a colpire direttamente gli Stati Uniti.

 

Situazione politica ed economica  

Lo status di Guam è particolare: i suoi cittadini, la maggioranza dei quali appartengono all'etnia indigena dei Chomorro, sono statunitensi per nascita ma non hanno diritto di voto alle elezioni presidenziali Usa e non pagano le imposte al Tesoro americano. L'isola, minacciata nel tempo da terremoti e regolarmente dal passaggio di un ciclone tropicale che ogni anno causa tempeste e tifoni, vive prevalentemente di turismo, un'attività che secondo il “Pacific Daily News” attira ogni anno un milione e 300mila turisti – soprattutto cinesi, coreani e giapponesi – e che quest'anno dovrebbe far segnare numeri record.

“Nessun pericolo imminente”

Negli ultimi giorni, come ricorda il già citato “New York Times”, la vita qui è proseguita in maniera normale. La Chiesa, molto influente sull'isola, attraverso l'Arcidiocesi della capitale Agana (anche conosciuta come Hagatna) ha invitato la popolazione a “rivolgersi a Dio in questi tempi difficili”. E il governatore Eddie Baza Calvo – riferendosi al botta e risposta fra Trump e il leader nordocreano, e con l'intento di non seminare il panico – ha fatto sapere che il livello di allerta non è stato innalzato in quanto “non c'è un pericolo imminente per residenti e visitatori, ma solo molta retorica”.

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