Secondo la commissione d'inchiesta inglese sul caso, il presidente russo è "moralmente responsabile" per la morte di Dawn Sturgess, la donna 44enne morta per avvelenamento con l'agente nervino Novichok a Salisbury nel 2018. E anche per il tentativo di avvelenamento dell'ex agente transfuga russo Sergei Skripal e della figlia Yulia, entrambi sopravvissuti
Il presidente russo Vladimir Putin è "moralmente responsabile" per la morte di Dawn Sturgess, la donna 44enne morta nell'attacco chimico con l'agente nervino Novichok avvenuto nella città britannica di Salisbury nel marzo 2018. A stabilirlo, dopo sette anni di indagini, è stata la commissione d'inchiesta sul caso. Nel tentativo di avvelenamento fu coinvolto anche l'ex agente transfuga russo Sergei Skripal, già ufficiale del Gru (l'agenzia di intelligence militare di Mosca) riparato nel sud dell'Inghilterra, e la figlia Yulia, entrambi sopravvissuti.
L'avvelenamento con il Novichok
Nel rapporto si legge che l'ordine di colpire Sergei Skripal "deve essere stato autorizzato ai massimi livelli dal presidente Putin". I due principali sospettati sarebbero Alexander Petrov e Ruslan Boshirov, ritenuti agenti del Gru. Sturgess era invece una donna inglese emarginata che, trovando insieme al compagno in un parco un presunto campione avanzato di Novichok imbottigliato come un falso profumo, se lo era spruzzato addosso. La 44enne morì nel luglio 2018 per le conseguenze dell'avvelenamento.
Le conclusioni dell'inchiesta
Secondo la commissione d'inchiesta, nonostante alcune "mancanze" nella gestione della sicurezza di Skripal, non era "irragionevole" per l'intelligence britannica ritenere che non vi fosse un alto rischio di assassinio. Come sottolineano i media, restano però dei punti interrogativi. Per esempio, lo stesso Skripal si era limitato a far arrivare una dichiarazione scritta all'inchiesta: il presidente Hughes aveva negato non solo la sua convocazione e quella della figlia, ma anche qualsiasi intervento video dei due per ragioni di loro sicurezza e "privacy". Da Mosca invece la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva bollato i risultati del rapporto come "favole di cattivo gusto" chiedendo dove Yulia Skripal e suo padre fossero stati negli ultimi sette anni, oltre a condannare le sanzioni britanniche come "illegittime".
Le indagini
A seguito delle indagini, condotte dall'ex giudice Anthony Hughes, il governo laburista del premier Keir Starmer non solo ha convocato l'ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, per chiedergli conto dell'"attività ostile" da parte di Mosca, ma ha anche annunciato un pacchetto di sanzioni per prendere di mira il Gru "nella sua interezza". Starmer ha poi parlato di "disprezzo del Cremlino per le vite innocenti". "Il Regno Unito si opporrà sempre al brutale regime di Putin e chiamerà la sua macchina omicida per quello che è", ha aggiunto.