
Quel giorno un sisma di magnitudo 7.0 colpì la già poverissima isola caraibica. Oggi almeno 50mila persone vivono ancora nei campi profughi. E lo scorso ottobre l'uragano Matthew ha causato circa 900 vittime: ecco il quadro di una tragica e complessa crisi umanitaria. LA FOTOGALLERY

Alle 16,53 locali (le 22,53 in Italia) del 12 gennaio 2010, un sisma di magnitudo 7.0 devasta Haiti e la sua capitale, Port-au-Prince, a soli 25 km dall'epicentro. Da allora sono passati sette anni, ma gli abitanti dell'isola che ancora vivono all'interno dei campi sono almeno 50mila -
Il terremoto ad Haiti
Niente a che vedere, comunque, con il milione e mezzo di persone che aveva trovato rifugio all'interno degli oltre 1500 insediamenti sorti all'indomani del terremoto -
La devastazione ad Haiti
Oggi sono 31 i campi profughi ancora in piedi, a ricordare che uno dei maggiori disastri della storia, nonostante gli aiuti internazionali, non è stato superato -
La più grave tragedia del XXI secolo
Il sisma, che secondo l'Onu coinvolse circa tre milioni di persone, causò più di 220mila vittime. Ci vollero settimane perché tutte fossero recuperate dalle squadre di soccorso, locali e internazionali, arrivate sull'isola per liberare chi era rimasto intrappolato tra le macerie -
Una neonata estratta viva dopo otto giorni
Ai morti provocati dal terremoto si aggiunsero quelli – quasi 10mila – dovuti all'epidemia di colera che nel periodo successivo colpì il Paese. Stessa emergenza che ha investito Haiti dopo il recente passaggio dell'uragano Matthew, che ha interessato anche la costa sudorientale degli Stati Uniti -
L'allarme colera ad Haiti
Ai primi di ottobre 2016, un ciclone di categoria 4 colpisce l'isola, ancora provata dal sisma del 2010, coinvolgendo due milioni di persone e causando 900 vittime -
Il passaggio dell'uragano Matthew
A tre mesi dal passaggio di Matthew, l'Unicef stima che circa 600mila bambini abbiano ancora bisogno di assistenza umanitaria -
L'allarme dell'Unicef
E proprio i bambini, a sette anni dal sisma, si trovano ancora in condizioni di disagio. A ricordarlo è l'ong Save the Children, che sottolinea come i minori che vivono ancora nei campi per gli sfollati ad Haiti, senza un familiare di riferimento, siano a rischio sfruttamento o di violenza sessuale -
Save the children ad Haiti, il rapporto del 2015
A un anno di distanza dal terremoto, i bambini che vivevano negli insediamenti di fortuna, senza alcun accesso nemmeno ai servizi di base, erano circa mezzo milione. A quattro anni dal sisma, erano ancora 60mila -
Haiti, un anno dopo, i bimbi nei campi
Gli aiuti umanitari internazionali hanno di sicuro portato benefici al Paese. Miliardi di dollari sono stati investiti nella ricostruzione che però, sebbene il numero delle persone ospitate negli insediamenti provvisori sia calato drasticamente, è lontana dall'essere conclusa. Nella foto, il palazzo presidenziale crollato, uno dei simboli del sisma haitiano -
Il documentario sul terremoto