Processo Ruby Ter, compare a sorpresa Karima El Mahroug: Mai fatto sesso con Berlusconi

Lombardia

Lo ha spiegato nel processo milanese sul caso Ruby ter l'avvocato Paola Boccardi, legale di Karima El Mahroug, che nella sua arringa sta provando a smontare le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza

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"L'augurio che mi faccio è che questa vicenda sia chiusa il prima possibile, perché è stato un grande incubo, e di riavere indietro la mia vita e di poterla vivere serenamente". Lo ha detto ai cronisti lasciando l'aula del processo Ruby ter Karima El Mahroug. "È evidente agli occhi di tutti che porto un marchio, una Lettera Scarlatta. Ho sempre avuto paura di essere strumentalizzata e credo che possiate capirlo". Alle domande su Berlusconi ha risposto di non voler dire altro. E ancora: "Per me è stata una giornata veramente emozionante, è la prima volta che mi sento difesa in un'aula come questa, non mi sono mai sentita davvero difesa, neanche ai tempi quando ero una vittima. Questa giornata per me è stata davvero importante". A chi le ha fatto domande su Berlusconi la giovane ha risposto: "Non voglio dire altro, è stato detto fin troppo". E ha spiegato di aver sempre avuto "paura di essere strumentalizzata e credo che possiate capire".  (LE PAROLE DEL FIDANZATO DI KARIMA)

Parola alla difesa

Qualche ora prima, in aula, ha preso la parola la difesa: "Karima non ha mai modificato le proprie dichiarazioni, anche se il pm ci dice che ha cambiato versione, Karima ha sempre detto che non ha mai compiuto atti sessuali con Berlusconi e questo è un aspetto abbastanza importante". Lo ha spiegato nel processo milanese sul caso Ruby ter l'avvocato Paola Boccardi, legale di Karima El Mahroug. Se poi la Procura "eleva una contestazione per prostituzione minorile", quella a carico di Silvio Berlusconi nel primo processo (assolto), "vuol dire che non le ha creduto e allora perché non ha trasmesso quelle dichiarazioni come false alla Procura minorile?". E quindi anche in questo procedimento, ha aggiunto il difensore, la posizione di Karima doveva essere quella di "indagata di reato connesso". Il legale ha anche ripercorso i verbali resi da Ruby davanti ai pm nel 2010 spiegando che lei ha certamente descritto "serate non certo puritane, spogliarelli, burlesque, ma ha anche dichiarato che non ha mai visto né le sono stati proposti atti sessuali ad Arcore". Lei, poi, "non ha mai partecipato ad alcuna delle serate" in cui c'erano le '"cosiddette testimoni 'buone'".

"Pure se veri i cinque milioni, nessun reato"

Inoltre, anche "se fosse vero" che Karima El Mahroug ha ricevuto cinque milioni di euro da Berlusconi o "4,5 milioni", come scriveva in un appunto sequestrato, "lei avrebbe ricevuto quei soldi quando non era nemmeno pubblico ufficiale", ossia testimone, e dunque non ci sarebbe comunque la corruzione in atti giudiziari contestata. "Oggi processiamo Karima che è una donna profondamente diversa da quella descritta nel procedimento, da quella ragazzina che entrava e scappava da 16 comunità per minori". La giovane marocchina, che "il mese prossimo compirà 30 anni", si porta dietro, però, ha aggiunto il legale, "un marchio inciso sulla pelle, indelebile, è stata marchiata come prostituta minorenne, abbiamo una sentenza che dà questo marchio, che è più forte della Lettera Scarlatta, ma questo marchio - ha proseguito il difensore - confligge con alcuni elementi". E ha citato, in particolare, un'intercettazione che, a detta del difensore, ha avuto un'interpretazione errata. Boccardi ha ricordato che "Karima si era inventata un nome e un personaggio e da questo avatar non si è mai più distaccata purtroppo" ma, ha spiegato ancora, "vive a Genova e ha sempre vissuto lì dal 2010, non ha mai vissuto in Messico, non ha mai avuto in affitto appartamenti lussuosi o auto lussuose, vive con la sua bambina a Genova che frequenta una normale scuola pubblica".

"Processo nato su domande inopportune"

Infine, dalle domande "che fecero i giudici della quinta penale dell'epoca" nel processo 'Ruby bis' "traspare che il fine era quello di far dire che le cene ad Arcore erano cene hard", con "domande intime, inopportune", solo al fine di "curiosità". Lo ha evidenziato l'avvocato Jacopo Pensa, uno dei due legali di Karima El Mahroug. "A Ruby le chiesero 'lei ha fatto sesso con Berlusconi, lei ha preso soldi per mentire?", ha spiegato Pensa, aggiungendo: "ma che domande sono queste? Poste a una donna appena diventata maggiorenne, io quando ho letto queste domande sono rimasto di stucco". E le risposte di Karima "non possono essere ritenute false". Davanti ai pm nel 2010 aveva già "pervicacemente negato di aver avuto questo tipo di rapporti, che poi interessavano ai fini della curiosità, diciamolo". Per Pensa "siamo qui" nel processo Ruby ter "a trattare le parole non gradite alla quinta sezione penale dell'epoca, ossia le presunte bugie". Dalle presunte false testimonianze nel Ruby bis, infatti, è derivato il Ruby ter. Il legale ha ribadito che la Procura all'epoca "non ha aiutato, né assistito, né considerato Karima come una minore che andava salvata, come una ragazza minorenne difficile", che fu "bollata come prostituta". Per il difensore "è stato meglio così, il mancato aiuto ha generato una donna, madre, lavoratrice, una persona di altro profilo intellettuale, una donna vera, come forse non sarebbe diventata con un aiuto pubblico, la vita le ha insegnato quello che l'ha fatta diventare oggi". E in questo processo, ha aggiunto, "siamo qui a parlare del nulla" dal punto di vista penale. E al termine dell'arringa l'avvocato Jacopo Pensa le ha detto guardandola negli occhi: "Io ti auguro cara Karima la buona fortuna di trovare dei giudici terzi, equidistanti, giusti, che devono contribuire alla giusta sentenza, good luck Karima!". 

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