Ruby ter, l'ex fidanzato di Karima: "Mai avuti soldi da Berlusconi o lei"

Lombardia

Così si è difeso Luca Risso, ex fidanzato di Karima El Mahroug, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo milanese sul caso Ruby ter che lo vede accusato di riciclaggio

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"Per prima cosa voglio negare in modo più assoluto i fatti contestati, io non ho mai ricevuto soldi né dal dottor Berlusconi né da Karima, nella mia relazione di tre anni con Karima ho provveduto io a mantenerla, anche se lei ha avuto buone entrate dalla sua attività". Così si è difeso Luca Risso, ex fidanzato di Karima El Mahroug, detta Ruby, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo milanese sul caso Ruby ter che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi e altre 28 persone. Risso è accusato di aver riciclato parte dei soldi che l'ex premier avrebbe fatto avere a Karima come presunta corruzione in atti giudiziari (tra i 5 e i 7 milioni di euro per la giovane, secondo i pm). Parte di quel denaro, secondo i pm, sarebbe servito per l'acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

Il ristorante a Playa del Carmen

In merito a questo progetto Risso, che attualmente vive e lavora a Playa del Carmen, ha chiarito che inizialmente fu coinvolta anche la donna ma poi la loro relazione finì. "Tutte le disponibilità economiche che avevo - ha affermato Risso riferendosi agli investimenti in Messico - le ho guadagnate nella mia attività coi locali sulla riviera ligure, siamo stati il top della riviera per 7 anni almeno". Locali come il Fellini e l'Albikokka. Il "mio trasferimento in Messico nel 2013", stando alle dichiarazioni di Risso che si è anche commosso, è avvenuto "coi soldi della mia attività che ho svolto a Genova e nella riviera ligure, ho deciso di trasferirmi nell'ottobre 2013 perché c'era stato tutto il clamore dovuto a questo caso e io ho sempre lavorato sulla mia immagine e quindi tutto ciò che era successo non mi permetteva più di seguire le mie attività". Nel "giugno 2013 sono stato là con lei", ha detto ancora riferendosi a Ruby e al Messico, "perché inizialmente il progetto che io avevo era familiare, subito dopo abbiamo formato una società io, Karima, una ragazza messicana che ci serviva per le licenze e uno chef italiano e in ottobre io mi sono trasferito da solo in Messico e la nostra relazione era già abbastanza compromessa". Il ristorante e il pastificio hanno aperto a fine 2013. "Sono sempre stato - ha concluso - un visionario io e ho capito che poteva avere un buon impatto, con Ruby era finita, non era più quello che volevo ed è diventato solo un mio progetto".

La relazione con Karima El Mahroug

Parlando della fine della relazione con la giovane, quasi 10 anni fa, Risso ha aggiunto: "Quando sono tornato in Italia nel 2013 ho avuto una discussione con lei e nel marzo del 2014 è venuta lei a Playa per un tentativo di riappacificarci, ma non eravamo più compatibili, pensava che avessi un'altra relazione e ha iniziato a dare in escandescenza, a spaccare un vaso e altre cose e i vicini hanno chiamato la polizia e io ero esausto per queste scene". Dunque, "le ho detto troviamo un accordo e lei mi ha chiesto una buonuscita e un pezzo di carta firmato, che è quello che è stato trovato a Ruby", "mi ha chiesto una buonuscita da 160mila euro, 100mila euro per lei subito e 60mila euro per la bambina, ossia 500 euro al mese per 10 anni". In questa fase delle dichiarazioni Risso si è commosso parlando di un "periodo complicato" anche dal punto di vista economico per aprire le nuove attività in Messico ("ho venduto i quattro rolex che avevo"). E ha chiesto a Ruby "la cessione delle sue quote, era parte dell'accordo e a fine 2014 ho inaugurato il mio locale".

Oggi in aula ha testimoniato pure il socio nei locali messicani di Risso, il quale ha detto che "tra i soci della nostra società non c'è Karima" e che "nel periodo dell'apertura del ristorante e del laboratorio le nostre condizioni economiche erano complicate". 

Legale di Berlusconi: "Sono fiducioso che sarà assolto"

"E' un processo con delle contestazioni articolate e delicate, ma noi riteniamo che ci siano tutti gli elementi per uscire da questo processo con una sentenza come quella di Siena, ossia un'assoluzione con la formula più ampia possibile. Punto e basta". Lo ha spiegato, al termine dell'udienza odierna sul caso Ruby ter, il legale di Silvio Berlusconi, l'avvocato Federico Cecconi, parlando coi cronisti e ribadendo che è "fiducioso" e convinto che l'ex premier sarà assolto nel merito a Milano, come è già accaduto in un filone processuale a Siena. Anche dal dibattimento milanese che si è concluso oggi dopo 5 anni (niente più testi ma requisitoria dei pm il 18 maggio) la difesa è convinta che sia emersa la generosità di Berlusconi, che ha versato i soldi alle 'ex olgettine', ospiti delle serate ad Arcore, come "liberalità" e non per comprare il loro silenzio o reticenza, come sostiene l'accusa. Soldi che Berlusconi ha versato alle giovane come ad altri nel tempo "piuttosto per rapporti di amicizia e di affetto con le varie persone coinvolte".

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