Gli indagati, che avrebbero fatto irruzione dal secondo al primo anello blu e picchiato alcuni tifosi della squadra avversaria, sono accusati a vario titolo di lesioni e indebito superamento di barriere e, per uno solo, resistenza a pubblico ufficiale. Nell'aggressione è rimasta ferita anche una donna di 60 anni
Hanno fatto irruzione dal secondo al primo anello blu e hanno aggredito alcuni tifosi della squadra avversaria dopo che un padre, al derby dello scorso 5 febbraio con il figlioletto, ha agguantato loro bandiera e l'ha rimossa poiché impediva la visuale del campo senza sapere che il suo gesto, nel mondo del calcio, è considerato un grave oltraggio. Per questo il pm di Milano Francesca Crupi ha chiuso le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di 10 ultrà del Milan, tra cui 6 giovani tra il 23 e i 26 anni e ritenuti i futuri capi della Curva Sud.
Le indagini sull'aggressione
Le accuse a vario titolo sono lesioni e indebito superamento di barriere (art. 6 bis della legge 401/89) e per uno solo resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la ricostruzione della Procura e della Digos, in base ai filmati, il gruppo di tifosi milanisti, dopo che un papà allo stadio con il suo bimbo ha tirato giù una delle loro bandiere per vedere la partita, è sceso nel primo anello blu di San Siro per una sorta di 'spedizione punitiva'. Qui sono volati calci e pugni e, nel parapiglia, una donna di oltre 60 anni, ora parte offesa, è finita in ospedale con il setto nasale rotto. Per l'episodio il Questore ha anche firmato alcuni Daspo.