Primo maggio a Milano, corteo dei lavoratori per le vie della città

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Tra i temi principali della giornata la difesa dei diritti e della sicurezza sul lavoro, insieme al 'no' al riarmo e alla spinta verso una soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina

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Dopo due anni di stop forzato causa Covid, a Milano migliaia di persone sono tornate nelle vie del centro per la tradizionale manifestazione dei lavoratori sfilando nel corteo del primo maggio. Tra i temi principali della giornata la difesa dei diritti e della sicurezza sul lavoro, insieme al 'no' al riarmo e alla spinta verso una soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE). In testa al corteo, dopo gli stendardi e i vessilli della Regione Lombardia e dei Comuni di Milano, Sesto San Giovanni e Cormano, lo spezzone dei sindacati confederali Cigl, Cisl e Uil uniti dallo striscione 'al lavoro per la pace' e accompagnati dalle note di 'Bella Ciao' e dalle canzoni di Calcutta e dei Negrita.

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Il corteo

Tante le bandiere della pace e quelle delle varie sigle, dalla Fillea Cgil di Milano alla Fiom Cgil - i cui delegati hanno sfilato intonando 'Bandiera Rossa' - fino ai rappresentanti della Filcams. Dopo i sindacati presente lo spezzone del Pd metropolitano di Milano - 'senza diritti non è lavoro: la precarietà non è vita', lo striscione dei dem - seguiti da alcuni esponenti di Sinistra italiana e di Rifondazione comunista. Più staccati ci sono i rappresentanti di Lotta comunista che hanno chiuso il corteo in piazza Duomo e in piazza della Scala insieme alla sigle confederali. Tra le tante bandiere rosse spuntano cartelloni contro "l'invasione russa e tutte le guerre". Forte la critica "all'imperialismo", come si legge su uno striscione: 'Kiev come Belgrado, Kabul, Tripoli e Damasco: guerre dell'imperialismo unitario'.

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Cgil: "Fondamentale tornare in piazza"

"Fondamentale per noi riprendere la piazza dopo due anni", commenta il segretario generale Cgil Milano, Massimo Bonini. "Il messaggio è dedicato alla pace", uno sforzo "prioritario perché la guerra in Ucraina ci preoccupa dal punto di vista economico ma anche umanitario". Il movimento sindacale, ricorda Bonini, "è da sempre per la pace tra i popoli e l'autodeterminazione", per questo, sulle armi "siamo assolutamente in linea con le posizioni unitarie di Cisl, Cgil e Uil" perché "correre al riarmo significa alimentare una guerra. Noi abbiamo ben chiaro chi ha ragione e torto, e abbiamo condannato l'invasione di Putin e della Russia, ma è evidente che qualcuno deve cominciare ad abbassare i toni e favorire la diplomazia". Per il Comune di Milano, oltre alla presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi, c'era anche l'assessora allo Sviluppo Economico, Alessia Cappello: "Il messaggio che portiamo è quello del patto per il lavoro che abbiamo siglato in questi giorni con le forze sindacali e le imprese", afferma Cappello, convinta che, viste le incertezze degli ultimi anni tra la pandemia e ora la guerra, "l'unica cosa da fare è unire le forze e cercare di fare un'alleanza per trovare soluzioni, rialzarci e ripartire". In piazza c'era anche una piccola delegazione dell'Alg, l'associazione lombarda dei giornalisti, con uno striscione: "La nostra precarietà è la vostra disinformazione".

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