Milano, violenze a Capodanno: restano in carcere il 18enne e il 21enne

Lombardia

Per il 18enne ha deciso il gip di Milano, Raffaella Mascarino, che ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare per il giovane accusato di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni. Fermo non convalidato invece per il 21enne, ma il gip ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dalla procura di Torino

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Restano in carcere Mahmoud Ibrahim, il 18enne fermato il 12 gennaio nell'inchiesta milanese sulle aggressioni sessuali in piazza del Duomo nella notte di Capodanno. Lo ha deciso il gip di Milano Raffaella Mascarino. Insieme a lui è stato fermato anche un 21enne torinese, che anche lui resta in carcere: il gip non ha convalidato il suo fermo, ritenendo che non vi fossero i presupposti, ma ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dalla procura di Torino. Il 21enne si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida che si è svolta stamattina nel palazzo di giustizia del capoluogo piemontese. Ora gli atti passano al tribunale di Milano, competente per territorio, per la conferma dell'ordinanza. Intanto, oltre ai tre casi già al centro dell'inchiesta, gli inquirenti stanno indagando anche su almeno altri due episodi di abusi con lo stesso schema e con un numero di vittime ancora da accertare con precisione. Vanno avanti le audizioni di ragazze e testimoni, così come stanno aumentando le denunce.

La decisione

Il gip ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare per il giovane accusato di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni nelle indagini della Squadra mobile, coordinate dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo.

L'episodio contestato

Da quanto si è saputo, il gip ha disposto il carcere, convalidando anche il fermo, per il 18enne per l'episodio di violenza sessuale di gruppo su quattro ragazze vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II, mentre non ha riconosciuto i gravi indizi a suo carico per il caso dell'aggressione a due vittime all'angolo con via Mazzini, che gli veniva contestato dalla procura in concorso con il 21enne torinese. Quest'ultimo episodio era quello il cui video, realizzato da una testimone, era circolato sul web nei giorni scorsi e diventato virale.

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Gip: "Violenza brutale, spregio a ogni forma di rispetto della persona"

Nell'ordinanza di custodia in carcere il il gip scrive che il 18enne ha dimostrato "una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito" le vittime, "con una carica di violenza così brutale che solo grazie all'intervento fortuito di alcuni soccorritori non è sfociato in conseguenze ulteriori e più gravi". Per il giudice il giovane, che ha una "spiccata pericolosità", ha agito "con modalità da 'branco'" per soddisfare "le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona". Il gip contestata a Ibrahim "il pericolo di reiterazione del reato", perché "sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza circa la aggressione violenta nei confronti di giovani ragazze, sfociata in violenza sessuale di gruppo in cui" il branco ha "agito con la consapevolezza di poter approfittare dei festeggiamenti per il Capodanno per garantirsi l'impunità". La presenza "di Ibrahim - si legge - unitamente a quella degli altri componenti del gruppo di 40/50 persone che ha accerchiato le persone offese, ha senz'altro contribuito non solo a rafforzare gli intenti delittuosi dei concorrenti e ad agevolarne la condotta aggressiva, ma anche ad intimidire le giovani ragazze e, in particolare, a vanificare i tentativi di difesa e di respingimento posti in essere dalle stesse". Il 18enne ha dimostrato "pervicacia" nelle violenze.

Una delle vittime: “Soffocavo, ho pensato di morire

"Siamo state (...) travolte da quest'orda. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo così cascate, e mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero atterrita dalla paura, mentre la mia amica strillava. Io non riuscivo, ero stravolta dalla situazione e mi mancava il fiato". È quanto ha messo a verbale una delle quattro ragazze aggredite nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II e ripotato nell'ordinanza del giudice. "Tra la fermata della metro e l'albero di Natale - si legge ancora - un ragazzo nordafricano ha iniziato a importunare" una delle quattro amiche. "Le si parava spesso davanti, cercando di impedirle di camminare. Era basso, capelli scuri probabilmente ricci, di carnagione mulatta, con un giacchetto verde, l'età era presumibilmente compresa tra i 20 e i 25 anni". La ragazza "gli ha risposto a tono, allo scopo di allontanarlo. In quel momento il ragazzo era solo, tant'è che ho avuto la sensazione che, una volta che la mia amica lo aveva allontanato, fosse andato a chiamare i suoi amici". Poco dopo, ha aggiunto la giovane, "siamo state aggredite da un'orda di persone (...) All'improvviso, ho sentito questa folla di persone: specifico che intendo dire che ho iniziato a sentire molte mani che mi toccavano (...) Presto siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane. In particolare, mi sentivo toccare da quelli dietro di me, mentre altri, posizionati davanti a me, mi davano le spalle e urlavano".

Un'altra ragazza: "Mi sono liberata con la forza della disperazione"

Un'altra giovane, in lacrime davanti agli inquirenti, ha raccontato e messo a verbale: "Ricordo almeno 30 persone, che mi toccavano e mi spingevano (...) Dando vari spintoni, ho chiuso gli occhi, come per difendermi e, nonostante le spinte e un inciampo, sono riuscita a non cadere e a liberarmi dell'orda, probabilmente con la forza della disperazione". Gli aggressori, ha raccontato un'altra vittima, "si sono chinati verso di noi, non per aiutarci ovviamente, e i palpeggiamenti sono continuati, anzi sono peggiorati (...) queste persone, che potrei definire 'innumerevoli', continuavano a chinarsi sopra di noi, impedendoci di rialzarci".

Le accuse

Il gip ha riconosciuto i gravi indizi a carico del 18enne per il caso degli abusi su quattro ragazze vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II. Elementi basati sulla "descrizione univoca compiuta da tutte e quattro le testimoni", l'individuazione "fotografica compiuta con ampio margine di certezza", il rinvenimento "presso il domicilio dell'indagato di capi di abbigliamento in tutto e per tutto corrispondenti a quelli descritti dalle persone offese", si legge nell'ordinanza. Sarebbe stato lui ad iniziare "ad importunare le quattro amiche al momento del loro arrivo in piazza del Duomo" e avrebbe dato il via all'aggressione del branco. Per questo episodio risponde di violenza sessuale di gruppo e rapina. Non riconosciuti, invece, i gravi indizi nel caso degli abusi su due ragazze all'angolo con via Mazzini (accuse per lui di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni), perché in questo episodio "l'unica certezza acquisita è che egli ebbe probabilmente ad assistere alla violenza". Il giovane nell'interrogatorio aveva negato le accuse: "C'erano degli egiziani, dei marocchini che hanno accerchiato queste ragazze. Io non ho partecipato. Mi sono fermato in Piazza Duomo". Per il gip, infine, il 18enne potrebbe fuggire perché, tra le altre cose, "non risulta avere una fissa dimora".

21enne fermato a Torino non risponde a gip

L'altro ragazzo fermato, Abdallah Bouguedra di 21 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida davanti al gip di Torino Lucia Minutella. Il giovane era in collegamento dal carcere di Ivrea. Gli avvocati difensori Stefano Comellini e Giorgio Papotti, senza entrare nel merito delle accuse, hanno chiesto di non convalidare il fermo affermando che non sussiste il pericolo di fuga e nemmeno quello di inquinamento delle prove. La procura di Torino ha chiesto l'emissione di un ordine di custodia cautelare in carcere: in caso di accoglimento la difesa ha proposto gli arresti domiciliari.

Legale del 21enne: "Famiglia perbene, è sconcertata"

Quella del 21enne è "una famiglia molto perbene sconcertata da una situazione che le è caduta sulla testa come un meteorite". Lo ha detto l'avvocato Stefano Comellini, difensore del giovane, a margine dell'udienza di convalida. "Non abbiamo risposto alle domande nel merito della questione - ha spiegato il legale - perché la vicenda è complessa e c'è stato troppo poco tempo per riflettere". Bouguedra, in collegamento dal carcere di Ivrea, si è rivolto al giudice con garbo, spiegando di essere sottoposto a cure mediche per un incidente stradale, non provocato da lui, che ha avuto a dicembre.

"Soddisfatti per mancata convalida fermo, ci difenderemo da accuse"

"Siamo soddisfatti per la mancata convalida del fermo. Ora ci difenderemo dalle accuse". Questo è il primo commento dell'avvocato Stefano Comellini che, insieme al collega Giorgio Papotti, assiste il 21enne torinese indagato per le aggressioni alle ragazze in piazza del Duomo a Milano durante i festeggiamenti di Capodanno. "Accogliendo le nostre argomentazioni - spiega - il giudice ha riconosciuto l'assenza dei presupposti per il fermo. I reati per i quali si procede prevedono pene molto alte ed è per questo che è stata spiccata un'ordinanza di custodia in carcere. Ma ci difenderemo".
Gli avvocati avevano insistito sull'assenza del pericolo di fuga. Il giovane era stato fermato alle 00:13 del 12 gennaio nella propria abitazione - come dimostrato da un filmato poi rilanciato da una emittente televisiva - in zona Barca, dove vive insieme alla propria famiglia. Nel corso dell'udienza di convalida la difesa aveva anche prodotto alcuni articoli di stampa del 7 gennaio in cui comparivano dei resoconti all'andamento delle indagini, sottolineando che nonostante questo il 21enne non si è dato alla fuga. Al giudice, stamani, il giovane aveva anche fatto presente che sta seguendo delle cure per le lesioni riportate in un incidente stradale, non provocato da lui, lo scorso dicembre.

Si indaga su altri episodi

Oltre ai tre casi distinti con un totale di nove "persone offese" e già al centro dell'inchiesta, gli inquirenti stanno indagando anche su almeno altri due episodi. Verifiche sono in corso sulle dichiarazioni di due giovani, intervistate nei giorni scorsi a 'Storie italiane' su Ra1, ma anche su presunti abusi nei confronti di una turista inglese e di un'altra ragazza. Allo stesso tempo, proseguono le attività investigative della Squadra mobile, coordinate dall'aggiunto Mannella e dal pm Menegazzo, per arrivare ad altre identificazioni di componenti del branco. Tra le persone da identificare c'è anche colui che nei verbali di alcune vittime viene indicato come una sorta di "capo". Anche se, viene chiarito dagli inquirenti, non c'era un 'organizzatore' delle aggressioni, ma persone, così come i due fermati di due giorni fa, che erano più attive nella 'regia' delle violenze.

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