Milano, morte tifoso Belardinelli: Manduca condannato a 4 anni per omicidio stradale

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È accusato di aver travolto e ucciso con il proprio suv il tifoso del Varese negli scontri avvenuti il 26 dicembre 2018 prima della partita tra Inter e Napoli a San Siro

Confermata dalla Corte d'Assise d'appello di Milano la condanna a 4 anni per omicidio stradale per Fabio Manduca, l'ultrà napoletano arrestato nel 2019 per aver travolto e ucciso con il proprio suv il tifoso del Varese, Daniele Belardinelli. Quest'ultimo è morto negli scontri del 26 dicembre 2018, in via Novara, poco lontano dallo stadio di San Siro prima della partita tra Inter e Napoli. La Procura aveva impugnato puntando, come in primo grado, sull'omicidio volontario, ma la stessa Procura generale aveva chiesto la conferma del verdetto (VIDEO - FOTO - MORTI DOPO SCONTRI ULTRAS: I CASI).

La sentenza

La Corte, confermando l'imputazione e la pena per Manduca, ha riformato solo la parte della sentenza del gup De Marchi in abbreviato, emessa nel novembre 2020, che riguardava il presunto "concorso doloso della vittima". Concorso che, dunque, per i giudici di secondo grado non c'è stato. Una riforma del verdetto, però, che, come hanno chiarito i giudici, servirà "ai soli fini civilistici" per il procedimento civile di risarcimento danni. Il gup, infatti, aveva anche riconosciuto all'imputato l'attenuante del "concorso" del "fatto doloso della persona offesa".

"Non ho investito nessuno, sono solo fuggito spaventato dai disordini", aveva detto Manduca davanti al gup nell'ottobre 2020.

Il processo

La Procura generale di Milano, non condividendo l'impostazione della Procura che aveva presentato appello per sostenere il riconoscimento dell'omicidio volontario, aveva chiesto la conferma della condanna a 4 anni per omicidio stradale. In primo grado i pm Stagnaro e Bordieri avevano chiesto una condanna a 16 anni per omicidio volontario col "dolo eventuale", ossia con l'accettazione del rischio del verificarsi dell'evento, ma il gup De Marchi il 30 novembre 2020 ha condannato in abbreviato Manduca (arrestato nell'ottobre 2019) per omicidio stradale. Per il giudice, infatti, l'ultrà, difeso dal legale Eugenio Briatico, pur avendo messo in atto "una guida pericolosa" violando "fondamentali regole di cautela" e causando per "colpa" il "grave investimento nel quale ha perso la vita" Belardinelli, non aveva una "volontà dolosa" di uccidere. Il sostituto pg Nicola Balice, davanti alla Corte d'Assise d'appello di Milano, ha spiegato che quella di primo grado era una "sentenza equilibrata" rispetto agli elementi emersi dalle indagini e che la ricostruzione alternativa dell'omicidio volontario è solo "ipotetica". Contro la sentenza del gup avevano presentato appello anche i familiari di Belardinelli (presenti in aula) coi legali Fabio Bossi e Gianmarco Beraldo.

La ricostruzione del Gup e il ricorso dei pm

Lo scorso gennaio a Manduca, che era finito anche in carcere, erano stati revocati i domiciliari e per lui era stato disposto l'obbligo di dimora. L'ipotesi dell'omicidio volontario era stata confermata dal gip Guido Salvini, che nell'ottobre 2019 ordinò l'arresto del 40enne, e successivamente anche dal Riesame. Infine, era stata rafforzata da una consulenza richiesta dai pm e firmata da esperti. L'ultrà, ha scritto il giudice nelle motivazioni della sentenza di primo grado, voleva "abbandonare al più presto la situazione di guerriglia" che si era creata, determinata "dall'agguato sulla strada da parte dei tifosi interisti". E ha messo in atto "una guida pericolosa" causando per "colpa" il "grave investimento", mentre si può escludere, però, che avesse una "volontà dolosa" di uccidere. I pm hanno contestato la ricostruzione del gup sulla dinamica dell'investimento, spiegando che l'ultrà con la sua auto aveva puntato contro il gruppo di interisti. Tesi non condivisa ora dalla Procura generale. Il gup aveva anche riconosciuto all'imputato l'attenuante del "concorso" del "fatto doloso della persona offesa". Gli ultras interisti, alleati con tifosi del Varese e del Nizza, "per primi avevano invaso la carreggiata di via Novara e avevano attaccato la carovana dei tifosi napoletani" e Belardinelli "è stato uno dei primi a dare vita alla rissa, invadendo la corsia e colpendo il vetro del Ford Transit che precedeva l'auto del Manduca".

Manduca: "Sono dispiaciuto per la vittima"

"Sono dispiaciuto per la vittima e la sua famiglia, non volevo che una persona morisse, quella sera era la mia prima trasferta, non sono un ultrà", ha detto Manduca ai cronisti dopo la sentenza. Per Manduca "quella sera si poteva evitare che le due tifoserie venissero a contatto diretto, quella sera è successo un casino, era la mia prima trasferta, mi piace il calcio ma non sono un ultrà". Il suo legale, l'avvocato Eugenio Briatico, ha spiegato che "siamo soddisfatti perché non è stata riconosciuta l'impostazione della Procura che chiedeva l'omicidio volontario e ribadiremo, invece, in Cassazione le nostre argomentazioni d'appello". La difesa, infatti, sostiene che manchino le prove per dimostrare che è stato Manduca a investire Belardinelli.

Il legale dei familiari: "Pg non ci ha aiutato"

"Ce lo aspettavamo, anche perché la Procura generale non ha seguito la linea dell'appello della Procura e così siamo partiti già in svantaggio", ha spiegato l'avvocato Gianmarco Beraldo, uno dei legali dei familiari di Daniele Belardinelli. Se la difesa di Manduca farà ricorso in Cassazione ("ci riserviamo di proporlo", ha chiarito il suo legale) a quel punto anche i legali delle parti civili potranno essere presenti davanti alla Suprema Corte. Anche le parti civili, infatti, avevano chiesto che la sentenza venisse riformata con il riconoscimento dell'omicidio volontario.

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