Il provvedimento, che interessa anche l’area circostante il grattacielo andato in fiamme lo scorso 29 agosto, è stato preso perché dalle valutazioni dei vigili del fuoco, che sono ancora in corso, non si può escludere il rischio di cedimenti anche di parti della struttura
La Procura di Milano ha disposto il sequestro della Torre dei Moro, il grattacielo di 18 piani che ha preso fuoco il 29 agosto scorso, e dell'area circostante per verificare la "pericolosità" della struttura. Il provvedimento è stato preso perché alla luce delle valutazioni dei vigili del fuoco, che sono ancora in corso, non si può escludere il "rischio di crolli" di parti del palazzo. (LE INDAGINI - LE DICHIARAZIONI DI GIUSEPPE SALA - LE FOTO)
La Torre, realizzata nel 2011, e l'area circostante erano già di fatto sotto sequestro, ma oggi la Procura ha firmato il provvedimento anche perché sono necessarie ulteriori valutazioni da parte dei vigili del fuoco dato che non si esclude che alcune parti dell'edificio possano crollare avendo riportato danni strutturali.
Proseguono le indagini
Intanto, le indagini per disastro colposo, coordinate dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Marina Petruzzella, vanno avanti con l'analisi di tutti i documenti acquisiti finora in relazione alle falle nella sicurezza, soprattutto sui materiali infiammabili usati per il rivestimento esterno. E si indaga ancora sulle cause "accidentali" dell’incendio. L'ultima ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del cosiddetto "effetto lente", ossia la possibilità che il fuoco sia stato originato da un oggetto di vetro, come una bottiglia lasciata sul balcone dell'appartamento al 15esimo piano, che ha riflesso i raggi solari su un altro oggetto, come un rifiuto, il quale per l'alta temperatura ha iniziato a bruciare.
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Gli accertamenti sui pannelli esterni
Proseguono poi anche gli accertamenti sui materiali usati per costruire il rivestimento esterno a forma di vela che ha preso fuoco in pochi minuti, perché fatto di pannelli "altamente infiammabili". La Aza Aghito Zambonini, che ha realizzato quella facciata, ha voluto precisare di non aver prodotto i pannelli esterni ma di averli acquistati "dalla società produttrice Alucoil s.a.u. di Burgos (Spagna)". Rivestimenti che "erano integralmente conformi alle specifiche tecniche del progetto e alle normative vigenti nel 2009", scelti "ed approvati dalla committenza dell'appalto", ossia dai costruttori della Moro costruzioni. Sul sito della società spagnola si legge che quei pannelli erano consigliati solo per essere usati in edifici bassi. Tutti aspetti da approfondire da parte degli inquirenti, anche raccogliendo testimonianze tra gli operai che si sono occupati materialmente di collocare quei pannelli per completare la facciata.
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L'assessore Maran: "A sfollati soluzione per 3-4 anni"
Il Comune di Milano "sta aiutando le famiglie che hanno perso tutto e da oggi le stiamo ricevendo a piccoli gruppi per vedere come aiutarle a trovare una sistemazione per i prossimi anni". Lo ha spiegato l'assessore all'Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, parlando delle famiglie sfollate del palazzo di via Antonini. "Oggi stanno in hotel ma prevediamo che la torre necessiti di anni, per cui probabilmente avranno bisogno di una casa per tre o quattro anni e la soluzione non deve essere la prima che capita - ha aggiunto -. È importante avere risposte dalla Procura, i rilievi tecnici aiuteranno a capire esattamente qual è il problema. È un edificio recente è stato inaugurato nel 2011, ed è inaccettabile che sia successo una cosa del genere ad un palazzo di 10 anni. È stato progettato nel 2006, nel mentre è sorto Citylife ed è iniziata tutta la stagione degli edifici alti per cui sono stati fissati parametri più elevati. Credo che le rilevazioni tecniche della Procura aiuteranno a capire se le norme attuali siano sufficienti e se servono attenzioni particolari per gli edifici precedenti" ha concluso.