Milano, Corte d'assise d'appello conferma condanna a 30 anni per ex infermiera di Saronno

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La donna era imputata per aver somministrato cocktail di farmaci letali a suo marito nel 2013 e a sua madre nel 2014. La sentenza è arrivata dopo il processo di secondo grado ‘bis’ dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 30 anni in abbreviato

La Corte d'assise d'appello di Milano ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Laura Taroni, ex infermiera dell'ospedale di Saronno (in provincia di Varese) imputata per aver somministrato cocktail di farmaci letali a suo marito nel 2013 e a sua madre nel 2014.

La sentenza

La sentenza è arrivata nel processo di secondo grado 'bis' dopo che la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 30 anni in abbreviato. Taroni, per l'accusa, avrebbe commesso gli omicidi nell'ambito della sua relazione "criminosa e sentimentale" con l'ex vice primario Leonardo Cazzaniga, condannato all'ergastolo in primo grado per la morte di 12 pazienti (non per il concorso negli omicidi contestati all'amante). Attende l'appello fissato per il 23 febbraio. Nel processo di secondo grado 'bis' è stata disposta una nuova perizia psichiatrica sulla donna, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna a 30 anni (mancavano 13 pagine nelle motivazioni del primo verdetto d'appello). Taroni, ha spiegato il professore Franco Freilone, probabilmente ha una "fascinazione per un controllo sulla morte", ma malgrado presenti "disturbi" psichici, era "sana di mente" al momento dei fatti. Una consulenza difensiva, invece, parlava di infermità mentale per un disturbo "di isteria" simile a quello di Annamaria Franzoni. E la difesa contestava il "nesso causale tra le morti e le condotte" dell'imputata. "Ho ritrovato la donna che ero e la madre che voglio essere, nessuno meglio di me crede nella finalità rieducativa della pena, in carcere ho ritrovato serenità, penso ai miei figli e alla possibilità di riabbracciarli", ha scritto l'ex infermiera (non era presente nemmeno in videoconferenza) nella missiva letta in aula dai suoi legali, gli avvocati Monica Alberti e Cataldo Intrieri. Il sostituto pg Nunzia Ciaravolo, invece, anche in fase di repliche ha insistito per i 30 anni: "La sua attrazione per la morte - ha detto il pg - non ha aspetti psicopatologici". E ancora: "Aveva una lucida volontà di uccidere che ha portato avanti con tenacia". La Corte d'Assise d'appello, presieduta da Valeria De Risi, pur cancellando l'aggravante della premeditazione nell'omicidio della madre, ha confermato la condanna. E' stato, invece, assolto Claudio Borgio, infermiere che faceva parte della commissione che avrebbe dovuto vigilare sull'operato di Cazzaniga. Deciso il "non doversi procedere" per prescrizione (dopo riqualificazione del reato) per Daniele Sironi, medico che era imputato di falso perché accusato di avere redatto referti attestanti false malattie di Massimo Guerra.

Il commento della difesa

“Mi aspettavo che venisse presa in considerazione la personalità di Taroni, sono delusa perché non sono state recepite le indicazioni della Cassazione”, il commento dell'avvocato Monica Alberti, difensore di Laura Taroni. Il legale ha poi annunciato il ricorso in Cassazione e si è detta "curiosa" di leggere le motivazioni per cui la Corte ha cancellato una delle tre aggravanti contestate alla donna, ma ha confermato, comunque, la pena. "Bisognerà capire che calcolo sulla pena è stato fatto", ha aggiunto la difesa che puntava sull'incapacità di intendere e di volere dell'ex infermiera, dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio il verdetto del primo processo d'appello.

La Corte, ha spiegato all'ANSA l'altro legale di Taroni, l'avvocato Cataldo Intrieri, "avrebbe dovuto diminuire la pena, così di fatto l'ha aumentata, ricorreremo in Cassazione". I giudici, ha aggiunto, "hanno accolto uno dei motivi della difesa e hanno escluso l'aggravante della premeditazione contestata per l'omicidio della madre, che aveva determinato la condanna, e a nostro avviso quindi la pena doveva essere diminuita".

Legale dei famigliari della vittima: “Sentenza giusta”

"Siamo soddisfatti per la conferma della condanna, è stato un percorso delicato e complesso, la vicenda umana ovviamente non finisce e la ferita non si rimarginerà”. Così l'avvocato Luisa Scarrone, legale di parte civile dei familiari di Massimo Guerra, che, secondo l'accusa, venne ucciso con dei farmaci dalla moglie Laura Taroni, Il legale ha anche spiegato che la "battaglia sul fronte civile per il risarcimento" ci sarà nel processo a carico di Leonardo Cazzaniga, procedimento nel quale "l'ospedale è responsabile civile", mentre nel procedimento a carico di Taroni, ha aggiunto l'avvocato, "il risarcimento ci è stato negato".

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