I due avrebbero avuto una relazione. Secondo l'accusa avrebbero somministrato alle vittime dosi letali di farmaci per via endovenosa. In tutto 14 indagati
Un medico e un'infermiera dell'ospedale di Saronno, in provincia di Varese, sono stati arrestati dai carabinieri con l'accusa di omicidio. Le indagini dei militari, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, riguardano almeno cinque casi di morti sospette in corsia. Secondo l’accusa, il medico anestesista, avrebbe somministrato alle vittime dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione. Tra le morti sospette c'è anche quella del marito dell'infermiera. Gli omicidi, secondo le indagini, sarebbero avvenuti tra il febbraio 2012 e l'aprile 2013.
L'intercettazione: "Questa è eutanasia" - In un'intercettazione i due parlano apertamente delle morti sospette. "Secondo te potrei essere accusato di omicidio volontario? (...) se si documenta che ho praticato l'eutanasia...io non sono neanche l'unico" dice l'anestesista alla donna. E lei risponde: "L'eutanasia è un'altra cosa (...) cioè tu firmi e ti fanno un cocktail di farmaci (...) loro non riuscivano nemmeno a respirare". L'uomo a quel punto si preoccupa: "E allora è omicidio volontario (...) potrei venire accusato".
Le indagini sul "protocollo" - "Il medico - viene spiegato dagli investigatori che escludono ogni movente economico - usava riferirsi a un proprio protocollo per il trattamento dei malati terminali". Aspetto questo confermato anche da alcuni infermieri. "Ho sentito parlare (...) del protocollo direttamente da lui nella misura in cui mi è capitato di sentirlo esclamare frasi tipo: a questo paziente applico il mio protocollo..." ha raccontato un infermiere agli inquirenti. "Faccio l'angelo della morte - si vantava il medico apertamente in corsia - o anche faccio il mio protocollo".
In tutto 14 indagati - Nell'ambito della inchiesta oltre ai due arrestati sono indagate anche altre 12 persone. Tra loro ci sono il primario del pronto soccorso di Saronno e due direttori sanitari: l'attuale e il suo predecessore. Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, gli indagati sono accusati a vario titolo di omessa denuncia e favoreggiamento personale, falso ideologico per aver certificato false patologie per convincere una delle vittime di una malattia inesistente.