Lombardia Film Commission, chiesta perizia su valore capannone venduto

Lombardia

 L'esame è stato chiesto per "uscire dall'incertezza" e stabilire l'esatto valore dell'immobile da Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori contabili in parlamento per il Carroccio arrestati lo scorso settembre. Pm: "Valore dell'immobile non rilevante"

E' stata richiesta al gip Giulio Fanales una perizia sul capannone di Cormano, al centro delle indagini della Procura di Milano sul caso Lombardia Film Commission. Secondo l'accusa l'immobile, ceduto per 800mila euro all'ente, sarebbe stato venduto per una cifra 'gonfiata'. Parte del denaro in più, circa 400mila euro, attraverso una complesa serie di operazioni sarebbe poi finito in Svizzera o sui conti degli indagati. La perizia è stata chiesta appunto per "uscire dall'incertezza" e stabilire l'esatto valore dell'immobile da Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori contabili in parlamento per il Carroccio arrestati lo scorso settembre e tutt'ora ai domiciliari. L'istanza è stata depositata con la formula dell'incidente probatorio dal loro difensore l'altro ieri al gip.

Il pm: "Valore dell'immobile non è rilevante" 

Alla notizia dell'istanza la Procura di Milano ha replicato: "è (...) con il versamento della somma di 800.000 euro che si realizza il peculato: nessuna rilevanza può perciò avere il valore attuale dell'immobile" e di conseguenza le consulenze già effettuate e depositate tra gli atti d'indagine. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi avevano già spiegato, in una memoria depositata al Tribunale del Riesame in occasione della richiesta di dissequestro delle due villette sul lago di Garda da parte dei due commercialisti, il motivo per cui a loro avviso la "consumazione del peculato" sarebbe coincisa con il preliminare di vendita, "in occasione del quale" la Fondazione Lombardia Film Commission "paga interamente il prezzo a fronte della promessa di trasferimento di un bene che è in pessimo stato e che sarà ristrutturato dal venditore senza, peraltro, alcun dettaglio - osservano i pm - e quantificazione dei lavori da compiersi". 

Le motivazioni della difesa

Tesi non condivisa dalla difesa: "Prima di parlare di appropriazione di denaro pubblico" alla base dell'accusa di peculato, è "rilevante" accertare l'entità della somma che sarebbe stata drenata dalle casse di Lombardia Film Commission e, quindi, in ultima analisi, da Regione Lombardia, sostiene l'avvocato Piermaria Corso. Per la Procura invece il reato di peculato si realizza con il versamento, nel dicembre 2017, di 800 mila euro da parte di Lfc, allora presieduta da Di Rubba. Il punto, per la difesa, è che manca una valutazione del complesso immobiliare al centro delle indagini. Valutazione che il legale ritiene necessaria per formulare le contestazioni ai due commercialisti. "E' processualmente rilevante accertare l'effettiva entità dell'appropriazione che fonda l'accusa di peculato". Per questo è stata chiesta la super perizia con la formula dell'incidente probatorio necessaria per 'cristalizzare" gli esiti dell'accertamento in vista di un eventuale processo. La richiesta, a cui la Procura deve dare un parere, è ora all'esame del gip Giulio Fanales: la sua decisione è attesa nei prossimi giorni. 

Esterno della sede della Lombardia Film Commission in via Bergamo al civico 7 a Cormano in provincia di Milano, 17 luglio 2020. ANSA/Mourad Balti Touati

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