Milano, imprenditore arrestato per violenza sessuale: altre giovani vogliono parlare

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Da quanto si è saputo, oltre a essere già stati sentiti gli invitati della serata al centro dell'inchiesta, altre giovani si stanno facendo avanti per rendere la propia testimonianza. La Procura intende inoltre accendere un faro sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota

Altre giovani, oltre a quelle già sentite dagli inquirenti, si starebbero facendo avanti per rendere la propria testimonianza sui festini a base di alcol e droghe organizzati dall'imprenditore Alberto Genovese, 43 anni, arrestato venerdì scorso con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni, oltre che cessione e detenzione di stupefacenti. Le indagini infatti puntano a ricostruire non solo i fatti del 10 ottobre - quando l'imprenditore avrebbe stuprato, dopo averla resa incosciente con un mix di droghe, una 18enne nel suo attico di Milano - ma anche i festini delle settimane precedenti, nei quali, questo è il sospetto, potrebbero essere state commesse altre violenze. Da quanto si è saputo, oltre a essere già stati sentiti gli invitati della serata al centro dell'inchiesta, altre giovani si stanno facendo avanti per parlare. Molte giovanissime hanno già messo a verbale che giravano voci sul fatto che Genovese abusasse di donne dopo averle drogate, mentre una ragazza ha raccontato (ma la denuncia non è stata formalizzata per ora) di una presunta violenza subita a Ibiza la scorsa estate. La Procura intende inoltre accendere un faro sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota.

Pm pronti ad ascoltare il suo entourage

Genovese, arrestato la sera del 6 novembre, si trova ora in carcere da dove ha chiesto di essere curato dalla dipendenza dalla cocaina che, a detta sua, in certi frangenti non gli fa capire più nulla. Come emerso dalle indagini della Squadra mobile, coordinate dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro, la 18enne, resa incosciente, è stata costretta a subire ripetuti abusi per ore in una stanza a cui un bodyguard impediva l'accesso, anche all'amica che chiedeva di lei. La Procura di Milano ora è pronta a convocare come testimoni alcune persone dell'entourage dell'ex numero 1 di Facile.it, tra cui probabilmente il bodyguard, per indagare su eventuali profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e anche su quello eventuale di prostituzione. Inoltre, con le analisi dei video delle telecamere di sorveglianza interne all'appartamento gli inquirenti puntano a ricostruire quanto accaduto in altri festini avvenuti nelle settimane precedenti.

Il collegamento con l'inchiesta bolognese 'Villa inferno'

Durante le indagini è emerso inoltre un possibile collegamento con l'inchiesta bolognese chiamata 'Villa Inferno', con al centro festini a base di sesso e cocaina, che ha portato ad alcune misure cautelari a inizio settembre. Agli atti dell'inchiesta lombarda emergerebbe, come testimone presente alla festa al centro dell'indagine, la ragazza che a Bologna, all'epoca dei fatti minorenne e ora anch'essa 18enne, sarebbe stata vittima del giro di prostituzione e droga ipotizzato. La giovane è stata identificata e sentita a verbale della polizia.

Roberto Bolle telefonò alla polizia quella sera

Fu anche l'étoile della Scala Roberto Bolle a chiamare la Polizia, lo scorso 10 ottobre, per il frastuono che proveniva dall'appartamento di Genovese. Come riportato dal Corriere della Sera, il ballerino, che vive al piano inferiore nello stesso condominio, e un altro inquilino chiamarono le forze dell’ordine per far cessare gli schiamazzi e la musica ad alto volume. Gli agenti intervennero due volte: la prima volta se ne andarono dopo aver parlato con Genovese, il quale, seccato, disse che avrebbe abbassato la musica, la seconda perché la festa era sostanzialmente finita. La violenza sessuale ai danni della giovane ragazza sarebbe avvenuta proprio in quei momenti.

 

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