"La vicenda appare più complessa e risulta doveroso un approfondimento di molti temi sui quali noi stessi abbiamo disposto degli accertamenti di parte", hanno affermato i legali dell'imprenditore arrestato la sera del 6 novembre
Sono ancora molte le “zone d'ombra nella ricostruzione delle ore che Alberto Genovese e la persona offesa hanno passato insieme. La vicenda appare più complessa di quanto appare e risulta doveroso un approfondimento di molti temi sui quali noi stessi abbiamo disposto degli accertamenti di parte". È quanto hanno dichiarato Davide Luigi Ferrari e Marco Stucchi, difensori dell'imprenditore in carcere con l'accusa di aver stuprato una 18enne nel suo appartamento a Milano dopo averla resa incosciente con un mix di droga.
Le parole dei legali
Le affermazioni dei due legali giungono dopo aver "letto attentamente l'ordinanza del gip e estratto copia del fascicolo di indagine". Inoltre, sottolineano che il loro assistito non ha "mai avuto intenzione di scappare (né tantomeno a bordo di un jet privato che non possiede), circostanza che è stata portata a conoscenza della magistratura con il supporto di ampia produzione documentale. Per il riserbo della persona offesa, di Alberto e della sua famiglia - concludono i difensori - riteniamo di dover mantenere il silenzio sino a quando si renderà necessario”.
L'udienza di convalida
Ieri, il gip Tommaso Perna ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per il fondatore della start-up assicurativa Facile.it, poi ceduta nel 2014, accogliendo la richiesta della Procura. Per il giudice sussistono infatti le tre esigenze cautelari e cioè il pericolo di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento probatorio.
L'arresto di Genovese è scattato la sera del 6 novembre alle 23.30 circa, dopo la denuncia della vittima. Secondo quanto ricostruito, la violenza sarebbe avvenuta il 10 ottobre, quando la giovane si trovava in casa dell'uomo, non molto lontano dal Duomo, per una festa a base di alcol e droga. Durante le indagini un'altra ragazza ha raccontato ai magistrati di essere stata violentata con modalità simili.