Caso camici, acquisite le carte della società della famiglia Dini

Lombardia

Gli uomini della guardia di finanza hanno acquisiti effettuato oggi acquisizioni di documenti in relazione al Diva Trust e alla Divadue società attraverso le quali Andrea Dini e la sorella Roberta, moglie del governatore lombardo Attilio Fontana, controllano le quote di Dama spa

Il Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Milano, nell'ambito dell'inchiesta della Procura sul 'caso camici', ha effettuato oggi acquisizioni di documenti in relazione al Diva Trust e alla Divadue, le società attraverso le quali Andrea Dini e la sorella Roberta, moglie del governatore lombardo Attilio Fontana, controllano le quote di Dama spa, la società che ottenne la fornitura di camici dalla Regione poi trasformata in donazione.

Le indagini sulle società

I nuovi accertamenti, nelle indagini coordinate dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Filippini, Furno e Scalas, riguardano in particolare l'assetto societario attraverso il quale i due fratelli Andrea e Roberta Dini controllano la Dama spa (il primo con il 90% delle quote, la seconda col 10%). Il 90 per cento dell'azienda è controllato da Diva spa e, secondo gli accertamenti, attraverso Diva trust (con sede all'Unione fiduciaria di Milano) e la restante quota di Roberta Dini è controllata da Divadue srl. L'Unione fiduciaria con sede in via Amedei, in centro a Milano, tra l'altro, è la stessa che gestisce l'ormai noto conto in Svizzera per Fontana, conto dal quale il presidente lombardo tentò di bonificare 250mila euro in favore del cognato. Un'operazione segnalata dagli ispettori dell'Uif di Bankitalia alla Gdf e poi in Procura e che ha dato il là all'inchiesta. Gli inquirenti vogliono capire, infatti, se Roberta Dini detenga o meno in qualsiasi forma altre quote dell'impresa, oltre al 10% 'in chiaro', e se in qualche modo anche il presidente lombardo abbia o meno partecipazioni societarie. Solo ipotesi queste da verificare con gli sviluppi delle indagini.

Attesa l'analisi dei telefoni e il conto in Svizzera

Nel frattempo, ci vorranno almeno un paio di settimane al consulente della Procura per analizzare il contenuto acquisito dai telefoni della moglie del governatore, dei due assessori Raffaele Cattaneo e Davide Caparini, del capo della segreteria della presidenza della Regione, Giulia Martinelli, e di altre persone dello staff regionale. Oltre alle indagini sulla fornitura-donazione di camici, con le ipotesi di reato di frode in pubbliche forniture (quella contestata a Fontana) e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, approfondimenti sono in corso anche sul conto svizzero dove il governatore detiene 5,3 milioni 'scudati' nel 2005 e provenienti da conti associati a due trust alle Bahamas creati, ha spiegato il governatore, dalla madre e lasciati in eredità. Potrebbe essere avviata una rogatoria per accertamenti sull'origine di quella somma.

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