Travolta e uccisa da treno a Maleo, il compagno: “Vogliamo verità”

Lombardia

"Elisa - racconta l'uomo - non si sarebbe mai azzardata ad attraversare mentre le sbarre si stavano abbassando: chiedo alle autorità di fare chiarezza, perché pare di tutta evidenza che qualcosa non abbia funzionato"

Chiedono e pretendono verità i familiari di Elisa Conzadori, la 34enne travolta e uccisa da un treno al passaggio a livello di Maleo, nel Lodigiano, la mattina di Ferragosto. Alla Provincia di Cremona il compagno della vittima ha spiegato di escludere l'ipotesi di una scelta azzardata da parte della donna. “Rfi si è subito affrettata a dichiarare che non sono stati rilevati guasti, ma la sbarra è integra - ha raccontato al quotidiano -. E questo non è una supposizione: è una certezza. E poi - ha aggiunto - ci sono le parole dei testimoni, che tra l'altro sto cercando di contattare personalmente. Elisa non si sarebbe mai azzardata ad attraversare mentre le sbarre si stavano abbassando: chiedo alle autorità di fare chiarezza, perché pare di tutta evidenza che qualcosa non abbia funzionato”.

La procura sentirà altri 2 testimoni

La Procura di Lodi vuole sentire altri due testimoni nell'ambito dell'inchiesta aperta per omicidio colposo, per ora a carico di ignoti. Uno dei testi sarebbe stato sul posto al momento dell'impatto, l'altro, invece, avrebbe assistito ad un malfunzionamento delle sbarre automatiche sempre lungo la stessa linea Milano-Mantova alcuni mesi fa. Il procuratore della Repubblica Domenico Chiaro precisa che "i testimoni saranno preziosi nell'ambito dell'inchiesta e la perizia cinematica sarà uno strumento in più". La famiglia di Elisa Conzadori, intanto, ha nominato un proprio avvocato di fiducia per seguire quelli che saranno gli sviluppi delle indagini avviate dalla procura di Lodi. In questo modo, tra l'altro, all'autopsia sul corpo della 34enne, che sarà effettuata domani all'Istituto di Medicina legale di Pavia, potrà essere presente anche un medico legale di parte.

Il racconto di un testimone

Dopo l’accaduto, un testimone ha spiegato di aver visto le due sbarre abbassate e poi, improvvisamente, avrebbe visto quella del passaggio a livello per chi procedeva da Codogno verso Maleo (la direzione in cui viaggiava la donna) rialzarsi, come se il treno fosse già passato, quando invece non lo era

Intanto, la Procura di Lodi ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti ed è al lavoro per cercare di definire la dinamica dell’incidente. Domani invece sarà eseguita l’autopsia sul corpo della 34enne.

Sindaci scrivono a Rfi: "Più sicurezza"

Con una lettera indirizzata a Rfi (Rete ferroviaria italiana) il sindaco di Maleo (in provincia di Lodi), Dante Sguazzi, e il primo cittadino di Pizzighettone (in provincia di Cremona), Luca Moggi, chiedono che "le cose cambino e in zona possa arrivare più sicurezza" dopo l'incidente mortale: "Abbiamo deciso di non stare con le mani in mano dopo una tragedia simile - sottolinea il sindaco Sguazzi -. Così io e il collega di Pizzighettone ci siamo confrontati stamattina per scrivere direttamente a Rfi". I sindaci chiedono massima attenzione per i passaggi a livello sul territorio "e un'adeguata manutenzione - spiega Sguazzi -. Ribadiamo che la sicurezza dei cittadini e dei pendolari viene prima di tutto e quindi chiediamo che ci sia la volontà crescente, da parte di Rfi, di investire sulle tecnologie e sui sistemi di sicurezza ferroviari. Ricordiamo - continua il sindaco - che questo incidente arriva a pochi mesi dal disastro del Frecciarossa 1000 avvenuto sempre nel lodigiano con cause ancora da accertare. E ribadiamo che abbiamo a cuore l'incolumità di chi deve attraversare questo incrocio".

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