Montanelli, il video del blitz contro la statua. La rivendicazione di Rete Studenti

Lombardia

"Crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l'immaginario di tutti" e "in una città come Milano, medaglia d'oro alla Resistenza, la statua di Indro Montanelli è una contraddizione che non possiamo più accettare", scrivono sui social i ragazzi di Rete Studenti Milano e Lume (Laboratorio Universitario Metropolitano)

Rete Studenti Milano e LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano) hanno rivendicato con un video sui social il blitz contro la statua di Indro Montanelli avvenuto nella notte (LE FOTO). "Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l'abbattimento della statua a suo nome", scrivono gli studenti. Nei giorni scorsi ad avanzare la stessa richiesta erano state le associazioni I sentinelli di Milano e Arci (IL COMMENTO DI GIUSEPPE SALA).

Il video

Un ragazzo percorre in bicicletta via Manin, proprio la strada dove la mattina del 2 giugno 1977 Indro Montanelli venne gambizzato dalle Brigate Rosse. Poi gira a sinistra ed entra nei giardini di Via Palestro, parco che dal 2002 è intitolato al giornalista toscano, e arriva vicino alla sua statua. Inizia così il video di 40 secondi girato dagli studenti. C'è ancora luce e non piove, una delle poche pause concesse dal maltempo ieri a Milano tra le 20 e le 21, ed è proprio a causa del meteo avverso che i giardini sono insolitamente poco frequentati per essere una sera di sabato. Non incontra nessuno, infatti, il ragazzo in bicicletta nel breve tragitto che lo separa dall'ingresso del parco alla statua, inaugurata nel 2006 dall'allora sindaco Gabriele Albertini e raffigurante il giornalista seduto che scrive sulla sua Lettera 22 con la scritta 'Indro Montanelli - Giornalista' sulla base. Il ragazzo in bicicletta continua a riprendenre, probabilmente con il suo cellulare, e in sottofondo si sentono le note di "The Revolution will not be televised", storico brano di Gill Scott-Heron entrato in vari remix nella colonna sonora delle proteste negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Arrivato alla statua, inquadra altri due studenti che lanciano della vernice rossa contro il monumento. Stesse scarpe, pantaloni neri, uno in giacca a vento nera e uno rossa con il cappuccio sulla testa, i due imbrattano rapidamente la statua e poi quello con la giacca rossa scrive "Razzista" e "Stupratore" sulla base, coprendo la scritta 'Giornalista' sotto il nome Indro Montanelli. E l'ultima immagine è l'inquadratura della statua coperta di vernice, seguita dalla schermata con i loghi di RSM e di LuMe.

Le parole degli studenti milanesi

"Con questo gesto vogliamo inoltre ricordare che, come ci hanno insegnato e continuano a insegnarci movimenti globali come Non Una Di Meno e Black Lives Matter, tutte le lotte sono la stessa lotta, in un meccanismo intersezionale di trasformazione del presente e del futuro. Se il mondo che vogliamo tarda ad arrivare, lo cambieremo", si legge nel comunicato firmato da Rete Studenti Milano e LuMe.

"Crediamo che figure come quella di Indro Montanelli siano dannose per l'immaginario di tutti" e "in una città come Milano, medaglia d'oro alla Resistenza, la statua di Indro Montanelli è una contraddizione che non possiamo più accettare", proseguono gli studenti. "Un colonialista che ha fatto dello schiavismo una parte importante della sua attività politica non può e non deve essere celebrato in pubblica piazza". Nel lungo post che accompagna il video, gli studenti milanesi dei due collettivi spiegano che le statue "hanno una funzione sociale collettiva, perché occupano lo spazio pubblico rappresentando ciò che una classe dirigente decide di celebrare della propria storia". Montanelli, aggiungono, "oltre ad aver portato avanti una strenua campagna di apologia del fascismo, si arruolò volontariamente durante la campagna etiope, una campagna colonialista e schiavista. Qui comprò una 'faccetta nera' di nome Destà, una ragazza etiope di soli 12 anni, che usò senza ripensamenti come un vero e proprio giocattolo sessuale". "Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l'abbattimento della statua a suo nome. Non possiamo accettare che vengano venerati come esempi da imitare personaggi che hanno fatto dello schiavismo, del colonialismo, della misoginia, del fascismo e del razzismo una mentalità con ben pochi ripensamenti", concludono.

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