Milano, i Sentinelli chiedono di rimuovere statua di Indro Montanelli

Lombardia

La richiesta arriva dopo le proteste legate all'uccisione di George Floyd a Minneapolis, che hanno portato “all’abbattimento a Bristol della statua in bronzo dedicata al mercante e commerciante di schiavi africani Edward Colston da parte dei manifestanti antirazzisti”

Rimuovere la statua di Indro Montanelli dai giardini dedicati al giornalista, in zona Porta Venezia a Milano: è quanto hanno chiesto i Sentinelli di Milano in una lettera-appello al sindaco, Giuseppe Sala, e al Consiglio comunale. Secondo il gruppo antifascista i giardini devono essere intitolati "a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d'Oro della Resistenza".

Le proteste per George Floyd

La richiesta, pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo, arriva dopo le proteste legate all'uccisione di George Floyd a Minneapolis, “sorte spontaneamente in ogni città con milioni di persone in piazza e l’abbattimento a Bristol della statua in bronzo dedicata al mercante e commerciante di schiavi africani Edward Colston da parte dei manifestanti antirazzisti di Black Lives Matter”. Molte le statue abbattute (FOTO)nel mondo, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna. Secondo i Sentinelli il giornalista "fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale. Riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti". L'anno scorso inoltre la statua è stata oggetto di una contestazione durante il corteo organizzato per l'8 marzo dal collettivo Non una di meno.

Le reazioni della politica

La proposta ha scatenato un dibattito ma raccolto pochi consensi in Consiglio comunale. Mentre alcuni consiglieri del Pd si sono dimostrati favorevoli a discuterne in aula, il capogruppo del partito Filippo Barberis ritiene "incomprensibile dedicare tempo all'argomento in Comune in questa delicatissima fase dove dovremmo avere ben altre priorità e progetti. Sono molto lontano culturalmente da questi tentativi di moralizzazione della storia e della memoria che trovo sbagliati e pericolosi. Atteggiamenti che hanno a che fare più con la categoria della censura che della riflessione critica e che hanno ben poco a che vedere con la sensibilità della nostra città".

Per il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, "Indro Montanelli è simbolo del giornalismo libero italiano e di chi sa andare controcorrente contro la peggior censura, quella del conformismo. Chiediamo al sindaco di prendere le distanze dai Sentinelli, campioni dell'intolleranza e dell'odio politico".

"Giù le mani dal grande Indro Montanelli! Che vergogna la sinistra, viva la libertà", ha scritto invece sui social il segretario della Lega Matteo Salvini.

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Fondazione Montanelli Bassi: "Rimozione Indro offesa alla memoria e insulto a Milano"

"Anche il solo ipotizzare la rimozione di Indro sarebbe un'offesa alla memoria del più popolare e apprezzato giornalista italiano del Novecento oltre a rappresentare un insulto alla città di Milano che nel giornalista ha sempre riconosciuto un proprio cittadino di cui essere orgogliosa". Lo scrive Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi, in una lettera aperta ai sindaci di Milano e Fucecchio. La richiesta dei Sentinelli, per Malvolti, è "una violenta polemica che deforma rozzamente e in modo strumentale una vicenda mai nascosta da Montanelli e che deve essere giudicata nel contesto storico in cui è avvenuta. Le testimonianze lasciate da Montanelli e il contesto storico in cui quei fatti avvennero dimostrano che non ci fu alcuna violenza né tanto meno ci furono atteggiamenti razzisti da parte di Indro, che accettò quel 'matrimonio' proposto dalla popolazione locale e celebrato pubblicamente secondo gli usi e i costumi abissini. Non è la prima volta che, con una visione distorta della storia e alla luce di un singolo avvenimento, si accusa un uomo che attraverso decine di libri e decine di migliaia di articoli, ha speso una lunga esistenza a raccontare vicende, costumi, personaggi dell'Italia e del mondo divenendo un modello di scrittura giornalistica universalmente riconosciuto. Un uomo che con i suoi scritti è stato il testimone del ventesimo secolo e si è battuto sempre per la libertà e l'indipendenza della propria professione è ora preso a bersaglio per una vicenda della sua giovinezza, deformata e strumentalizzata ingiustamente".

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