Coronavirus Lombardia, in strutture Trivulzio altri 34 morti a maggio

Lombardia

Il dato viene riferito dallo stesso istituto, finito al centro di uno dei tanti fascicoli della Procura di Milano per epidemia e omicidio colposi sulle Rsa

Altri 34 morti tra il primo maggio e ieri nelle tre strutture che fanno capo al Pio Albergo Trivulzio di Milano. Il dato viene riferito dallo stesso istituto, finito al centro di uno dei tanti fascicoli della Procura di Milano per epidemia e omicidio colposi sulle Rsa, ed è stato pubblicato sul sito della stessa struttura, che già nel corso di una conferenza stampa del 6 maggio aveva comunicato che tra gennaio e aprile nelle tre strutture (Pat, Principessa Jolanda e Istituto Frisia) c'erano stati 405 decessi. Nello stesso bollettino si legge, come già scritto dal dg Giuseppe Calicchio (indagato) in una lettera ai parenti del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio, che "i tecnici e gli esperti ancora in questi giorni ci informano sul fatto che il numero di contagiati è di molto superiore a quello dei casi noti". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)

I decessi

Il Trivulzio, in particolare, comunica che ci sono stati a maggio "28 decessi a Milano", tra Pat e Principessa Jolanda e "sei decessi" a Merate (Lecco) all'Istituto Frisia. Nel nuovo bollettino si legge anche che "pur nella consapevolezza che in questa fase è richiesto un ulteriore sforzo a parenti e familiari dei nostri ospiti e pazienti, risultano evidenti le ragioni della prosecuzione della chiusura" alle visite "disposta almeno fino alla fine del mese di maggio". A partire dal 27 aprile, però, "per le cure intermedie e dal 4 maggio per le Rsa, nel rispetto di condizioni e limiti volti ad eliminare il rischio contagio, sono riprese le attività dei fisioterapisti. Ci stiamo inoltre occupando di organizzare un ancor più articolato supporto psicologico a tutti gli ospiti e pazienti che lo necessitano". 

Le famiglie: "Domani, davanti al Trivulzio, ricordiamo gli anziani morti"

"Domani, dalle ore 17.30, ci incontriamo davanti al Pio Albergo Trivulzio per ricordare i nostri anziani morti (che sono morti di tutti), per far sentire ai vivi che non sono stati abbandonati, per condividere tra noi vicinanza e solidarietà, per ringraziare i medici e gli infermieri che si sono prodigati nell'assistenza e nella cura, e hanno sofferto per stare al loro fianco". Lo spiega Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio.

L'iniziativa

L'iniziativa del Comitato arriva, come spiega Azzoni, "dopo mesi di condivisione distanziata di lutti e angosce per la sorte dei nostri cari, quando è ancora costante la preoccupazione per i nostri familiari che vivono isolati all'interno della Baggina". Si tratta, chiarisce, "del primo incontro nel luogo diventato il simbolo di un dramma, che ha coinvolto anziani e personale sanitario, e che ora si cerca di mettere sotto il tappeto. Insieme ai parenti aderenti al Comitato, ci saranno anche alcuni familiari di ospiti di altre Rsa milanesi e lombarde". La "nostra presenza - spiega il Comitato - sarà silenziosa e ordinata, rispetteremo le regole del distanziamento e indosseremo le protezioni previste. Porteremo un fiore, una foto, un biglietto di saluto da lasciare sui cancelli del Trivulzio. Per testimoniare la vicinanza a chi all'interno ancora soffre senza il conforto di un nostro sguardo, di un saluto e di un sorriso. Una presenza simbolica ma necessaria, visto che, da una parte si dichiara finita l'emergenza nelle Rsa e, dall'altra, a causa della pandemia, non si consente ancora agli ospiti di vedere i loro parenti, nemmeno in condizioni protette, come attraverso un vetro".

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