Coronavirus, indagati tre dirigenti del Don Gnocchi di Milano
LombardiaSono indagati per diffusione colposa dell'epidemia e omicidio colposo. La fondazione dichiara in una nota: "Accuse infondate". Nell'ambito della stessa inchiesta è indagato anche il presidente del Cda della Ampast, cooperativa di cui fanno parte i lavoratori della rsa
Tre dirigenti dell'istituto Palazzolo-Don Gnocchi di Milano risultano indagati per diffusione colposa dell'epidemia e omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dal pm Letizia Mocciaro, sui contagi e le morti nella casa di riposo milanese durante l'emergenza Coronavirus (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - L'EMERGENZA A MILANO - E IN LOMBARDIA).
Indagati tre dirigenti e il presidente di una cooperativa
I tre dirigenti indagati dalla procura di Milano sono Antonio Dennis Troisi, direttore generale con funzioni organizzative, Federica Tartarone, direttore sanitario, e Fabrizio Giunco, direttore dei servizi medici socio-sanitari. Nell'ambito della stessa inchiesta è indagato anche Papa Wall Ndiaye, presidente del Cda della Ampast, società cooperativa di cui fanno parte i lavoratori della rsa. Sempre nel capoluogo lombardo stamattina è stata diffusa la notizia dell'apertura delle indagini su nei confronti del direttore generale del Pio Albergo Trivulzio. Un altro fascicolo, invece, riguarda una rsa di Mediglia, in provincia di Milano.
La Fondazione Don Gnocchi: "Accuse infondate"
"Apprendiamo dalla stampa - spiega la stessa Fondazione in una nota - dell'iscrizione al registro degli indagati di alcuni dirigenti della Fondazione Don Gnocchi, nell'ambito di un fascicolo d'indagine aperto dalla procura di Milano. Come chiarito dagli stessi inquirenti - prosegue la nota , si tratta di un atto dovuto per procedere nelle indagini. Fondazione don Gnocchi ricorda che già nei giorni scorsi ha presentato alla procura della Repubblica di Milano una memoria che chiarisce, attraverso una corposa documentazione, la sostanziale infondatezza delle accuse rivolte - si precisa nel comunicato-. Dai documenti depositati, siamo certi che la magistratura potrà valutare appieno la trasparenza dell'operato della Fondazione. Abbiamo altresì rappresentato - conclude la Fondazione - la piena disponibilità dei dirigenti dell'istituto a fornire ogni e qualsiasi ulteriore chiarimento necessario".
Presentata memoria in procura
La Fondazione ha anche presentato una memoria alla procura di Milano per contestare le affermazioni contenute nella denuncia di alcuni lavoratori della casa di riposo sulla gestione e la prevenzione del contagio. Già nelle scorse settimane, in una nota, la fondazione aveva precisato che "rispetto all'utilizzo delle mascherine da parte degli operatori sanitari sono stati adottati, già dal 24 febbraio, da parte di tutti i centri di Fondazione Don Gnocchi, compreso l'Istituto Palazzolo di Milano, provvedimenti operativi che hanno recepito i protocolli dell'Istituto superiore della sanità e dell'Oms". Nel comunicato si leggeva inoltre che "non corrisponde al vero e costituisce grave e infondata accusa che questi provvedimenti abbiano impedito agli operatori sanitari l'utilizzo delle mascherine 'per non spaventare l'utenza'". E concludeva: "I dati della positività degli operatori, triste e fisiologica conseguenza dell'attuale pandemia, sono stati trattati, sotto ogni profilo, in linea con la normativa sulla privacy e nel pieno rispetto delle direttive sanitarie in essere. Costituisce pertanto affermazione assurda e destituita da ogni fondamento giuridico e fattuale che sarebbero stati 'tenuti nascosti moltissimi casi di lavoratori contagiati'.