Coronavirus in Lombardia, salgono a 14 i casi accertati

Lombardia
Immagine di archivio (ANSA)

Il più grave è un 38enne, ricoverato da ieri a Codogno in terapia intensiva con un'insufficienza respiratoria. Nella stessa struttura sono risultati positivi anche cinque medici e tre pazienti

Salgono a 14 le persone risultate positive al test del Coronavirus in Lombardia: è quanto emerge dalla conferenza stampa (LA CONFERENZA STAMPA DI QUESTA MATTINA - DUE CASI IN VENETO), convocata al palazzo della Regione con il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore Attilio Fontana e il ministo Giulio Gallera. Dopo i sei casi confermati questa mattina, tra cui, il più grave, un 38enne ricoverato in ospedale a Codogno con una grave insufficienza respiratoria, si sono aggiunte altre otto persone, tre pazienti e cinque medici in servizio presso la stessa struttura ospedaliera della cittadina lodigiana. 

I primi contagi confermati

Il 38enne si è presentato giovedi al pronto soccorso ed è attualmente in terapia intensiva in prognosi riservata, con una grave insufficienza respiratoria, anche se le sue condizioni sono leggermente migliorate rispetto a ieri. All'ospedale Sacco di Milano, invece, attualmente si trovano due persone: la moglie incinta del 38enne, e il cosiddetto caso indice, ovvero un amico dell'uomo, tornato dalla Cina il 21 gennaio scorso, con cui il 38enne ha cenato più volte ai primi di febbraio, e che però è risultato negativo ai test. All'ospedale di Codogno, poi, sono ricoverate in totale cinque persone risultate positive, con un quadro importante di polmonite. Tra queste c'è un amico del 38enne con cui aveva fatto attività sportiva nei giorni scorsi: tutti verranno trasportati al Sacco non appena le loro condizioni cliniche lo permetteranno. A Milano è ricoverato anche il medico di base del 38enne con una polmonite. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA MAPPA DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS - I LUOGHI).

Ricoverato al Sacco di Milano il presunto "caso indice"

Il collega del 38enne, il cosìddetto "caso indice", risultato però negativo al test Coronavirus, come spiegato dall'assessore regionale al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, "è stato accompagnato all'ospedale Sacco, in isolamento". L'uomo rientrato dalla Cina lo scorso 21 gennaio e ricoverato nel nosocomio di Milano, con cui ha cenato il 38enne contagiato, lavora per l’azienda "Mae" di Fiorenzuola d’Arda (in provincia di Piacenza), specializzata in impianti per fabbricazioni di fibre sintetiche e polimeri per l’edilizia. I controlli della Ausl sul territorio sono quindi volti a verificare gli eventuali contatti dell’italiano con i dipendenti piacentini della ditta, che quest’oggi è stata chiusa per precauzione.

Gli ultimi quattro giorni dell'uomo ricoverato a Codogno

Negli ultimi quattro giorni, secondo quanto ricostruito dai medici che lo hanno in cura da giovedì 20 febbraio, il 38enne contagiato dal Coronavirus è andato a correre e poi al lavoro, ha giocato a pallone e avrebbe preso parte a tre cene. L'uomo lavora nella sede lodigiana della multinazionale Unilever, a Casalpusterlengo (Lodi) e nell'azienda è scattata la procedura di emergenza: si stanno eseguendo i tamponi sui dipendenti per capire se qualcuno possa essere stato contagiato. I sanitari stanno inoltre cercando di ricostruire cos'abbia fatto e chi abbia incontrato nei giorni scorsi la moglie, che, da quanto accertato finora, sembrerebbe però aver avuto meno contatti del marito.

Aveva partecipato a due gare di corsa

Il 2 febbraio scorso, il 38enne aveva preso parte a una mezza maratona a S.Margherita Ligure, mentre il 9 febbraio aveva corso a Sant'Angelo Lodigiano, con la sua squadra. "Quando abbiamo capito che la persona contagiata era lui, stamani ho chiamato il 112 e mi hanno chiesto se stiamo tutti bene, dicendoci che verranno a casa a farci il tampone", ha dichiarato all’ANSA il presidente dell’associazione. Il 16 febbraio, l’uomo avrebbe dovuto partecipare a un'altra gara "ma non si è presentato perché aveva già qualche linea di febbre". 

Attivati protocolli ministeriali per le due aziende

Per le due aziende coinvolte, Unilever (dove lavora il 38enne) e Mae spa (dove è impiegato l'amico rientrato dalla Cina), sono già stati attivati i protocolli ministeriali previsti. Lo precisa la Regione Emilia-Romagna. La gestione dell'azienda lombarda (Unilever) è in capo alla Regione Lombardia, mentre la Regione Emilia-Romagna, in pieno raccordo con l'Azienda sanitaria di Piacenza, si sta occupando della Mae. Il dipartimento di Igiene pubblica dell'Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell'azienda. Se il dipendente Mae, rientrato dalla Cina il 21 gennaio e già negativo al tampone, dovesse essere negativo anche agli ulteriori accertamenti, l'approccio verrà modificato di conseguenza.

In isolamento i compagni di squadra

Il 38enne contagiato sabato scorso era sceso in campo con la sua squadra, la Picchio Somaglia, contro la Amatori Sabbioni, allo stadio di Madignano, in provincia di Cremona. Compagni e dirigenti sono stati contattati dall’Ats di Milano e invitati a mettersi in quarantena a casa. "Ci hanno detto di tornare a casa dal lavoro e di metterci in quarantena, di chiuderci in una camera ed evitare contatti con altre persone", ha spiegato all’ANSA un dirigente della società. "Hanno voluto i contatti di tutti i giocatori e dirigenti che c'erano alla partita per contattarci singolarmente. Da quello che ho capito dovrebbero venire a farci il tampone a casa".

Ingressi sbarrati all'ospedale di Codogno

Gli ingressi dell'ospedale di Codogno, nel frattempo, a scopo precauzionale, sono stati completamente sbarrati al pubblico. Le persone che giungono sul posto, poiché tempo fa avevano fissato appuntamenti per eseguire visite o esami, non vengono fatte passare e le si invita a cancellare l’appuntamento per prenderne un altro successivamente.
Provvedimenti sono stati presi anche all'Ospedale Sacco: "È assolutamente vietato l'ingresso ai parenti", si legge su di un cartello appeso alla porta di ingresso del Padiglione G 56 del nosocomio. Il cartello, affisso alla porta con solo due pezzi scotch, non era presente questa mattina e infatti parenti e pazienti potevano accedere all'edificio liberamente.

Isolate Codogno, Castiglione d’Adda e Casalpusterlengo

Nel frattempo, l'assessore Gallera ha invitato "tutti i cittadini di Casalpusterlengo, Castiglione d'Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e a evitare contatti sociali". E ancora: "A oggi abbiamo un numero cospicuo di persone su cui stiamo intervenendo, a oggi circa 250 persone sono in isolamento e a cui faremo il tampone", ha aggiunto Gallera.

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