L'udienza odierna davanti al Tribunale dei Minori era stata fissata per discutere la richiesta del padre di un provvedimento di "protezione immediata" per la figlia, affidata ai servizi sociali
Revocare l'affidamento ai servizi sociali del Comune di Milano, che "hanno responsabilità gravissime", e affidare "immediatamente la bambina al papà". Sono le richieste avanzate oggi al Tribunale per i minorenni di Milano dall'avvocato Daniela Missaglia, legale del padre della piccola di 2 anni rimasta gravemente ferita dopo che tre giorni fa la madre si è tolta la vita lanciandosi insieme a lei dall'ottavo piano di un palazzo in centro a Milano. L'udienza odierna era stata fissata per discutere la richiesta del padre di un provvedimento di "protezione immediata" per la figlia, affidata ai servizi sociali. Con l'istanza l’uomo chiedeva che la bambina non fosse più "collocata presso la madre pericolosa" in una "casa comunità". Un'udienza quindi arrivata, ha spiegato il legale, "a tragedia annunciata già avvenuta, coi servizi sociali che avrebbero dovuto intervenire con urgenza".
Le parole del legale
Nel suo intervento il legale ha ricostruito "la storia di un padre che ha sempre esposto le criticità della collocazione presso la madre con l'assistente sociale di riferimento" ed è stato "considerato morboso, fastidioso, conflittuale, è stato emarginato malgrado le documentasse con video e audio". "Quest'uomo voleva bene alla donna - ha aggiunto l’avvocato -, voleva che fosse data assistenza anche a lei, che fosse curata e allo stesso tempo, però, chiedeva protezione per sua figlia". Il legale ha evidenziato "l'incongruenza delle relazioni della casa comunità che parlavano di un rapporto armonioso tra madre e bimba, anche se lei in comunità non ci stava mai, e le relazioni degli assistenti sociali erano sulla stessa linea". Le responsabilità, ha aggiunto Missaglia, "sono alla luce del sole: chi ha l'affidamento di un minore deve avere la capacità di intervenire con urgenza e segnalare le criticità al Tribunale". Anche perché, ha proseguito, "nel provvedimento del giudice dell'agosto 2017, tuttora in vigore, si diceva che era l'ente di riferimento", a cui la bimba era affidata, "a dover valutare la relazione tra la madre e il minore". "Perseguiremo tutte le strade", aveva già spiegato il legale, preannunciando azioni legali, affiancato dal collega penalista Giuseppe Principato. Nel frattempo, ha concluso Missaglia, "il padre sta sempre vicino alla bimba che proprio oggi è stata stubata. Per lei, viva per miracolo, ogni giorno è un'avventura".