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Scontri ultras Inter-Napoli: morto Daniele Belardinelli, il tifoso forse travolto da suv

Lombardia
Un fermo immagine di un video degli scontri tra tifosi dell'Inter e Napoli a Milano (ANSA)

Non ce l'ha fatta Daniele Belardinelli, probabilmente investito da un suv prima della partita Inter-Napoli. La notizia è stata confermata dal questore di Milano, Marcello Cardona. Eseguiti tre arresti per gli scontri tra ultras

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Si chiama Daniele Belardinelli il tifoso dell'Inter morto investito a Milano prima della partita di campionato Inter-Napoli. È accaduto in via Novara dove gli ultras nerazzurri hanno assaltato alcuni pulmini di tifosi partenopei. Residente a Buguggiate, in provincia di Varese, Belardinelli, 39 anni, era uno dei capi dei 'Blood Honour', la frangia più estrema dei tifosi del Varese, storicamente gemellati con quelli dell'Inter. In mattinata alcuni ultras del suo gruppo si sono radunati davanti allo stadio comunale varesino "Franco Ossola", chiedendo novità sulle condizioni del loro compagno poi deceduto all'ospedale San Carlo di Milano.

Questura di Varese: "Era sorvegliato speciale"

"Daniele Belardinelli era sorvegliato speciale per reati connessi a manifestazioni sportive". Lo ha affermato la Questura di Varese, aggiungendo che era stato oggetto di "diversi provvedimenti di Daspo, l'ultimo dei quali concluso nel 2017. I precedenti specifici erano parecchi, non sappiamo ora dire con precisione quanti fossero". Un Daspo di cinque anni risale al novembre 2007, per gli scontri a margine di Varese-Lumezzane, un altro al luglio 2012, quando Belardinelli era a Como per l'amichevole estiva tra la squadra locale e l'Inter.

Nove indagati, di cui tre già in manette

Nel corso della notte, la polizia ha eseguito due arresti. Il terzo uomo coinvolto è stato fermato in mattinata. Gli agenti hanno eseguito dieci perquisizioni, tra cui tre nei confronti di tifosi del Varese e quattro dell'Inter. Complessivamente sono nove, compresi i tre già in carcere, gli indagati. Per tutti l'accusa è di rissa aggravata. Gli investigatori della Digos sono ancora al lavoro per identificare il conducente del Suv che ha investito e ucciso Daniele Belardinelli.

Zio di Belardinelli: "Era un ragazzo solare"

Belardinelli, si legge su siti svizzeri, abitava in provincia di Varese ed era socio di una ditta di pavimentisti e piastrellisti con sede nel Canton Ticino. Campione di arti marziali, era un atleta della 'Fight Academy' di Morazzone, con cui tre anni fa aveva vinto diverse gare a Cremona.
"Amava il calcio, ma non ne parlavamo molto perché io tifo Juventus e lui tifava Inter, non so cosa dire, era un ragazzo solare", dice uno zio del ragazzo. "Ci incontravamo ogni tanto perché tutti e due lavoravamo nell'edilizia - ha proseguito lo zio - non so cosa sia successo, ho saputo la notizia dal telegiornale". 

Travolto da un suv

La dinamica dell'incidente è ancora da accertare, con la polizia che sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza dalle quali si vede un suv sulla corsia di sorpasso che travolge Belardinelli. Non si conosce l'identità di chi si trovava alla guida e, secondo il questore Cardona, non si ha nemmeno la certezza che il guidatore si sia accorto dell'impatto. A causare la morte del 39enne, quindi, non sarebbe stato uno dei van a bordo dei quali si trovavano i tifosi partenopei. Secondo quanto ricostruito, l'investimento sarebbe stato il momento conclusivo di scontri tra tifosi di opposte fazioni, avvenuto in via Novara intorno alle 19.30, ad un'ora circa dal fischio d'inizio, in cui "oltre 100" ultras interisti (ma tra loro erano presenti anche supporter del Varese e del Nizza) hanno preso d'assalto i pulmini con a bordo i tifosi partenopei.

Feriti quattro tifosi del Napoli

Negli scontri sono rimasti feriti anche quattro tifosi del Napoli. Si tratta di Giovanni Stabile, di 43 anni, ferito all'addome, Angelo Iazzetta di 39 anni, ferito al braccio e portato in ospedale a Rho. Angelo Simone, di 37 anni, è stato solo medicato, mentre il quarto ferito è il quarantenne Luigi Corrente, ferito al labbro e portato in ospedale a Rho.

Salvini: "Non si può morire per una partita di pallone"

"Non si può morire per andare a vedere una partita di pallone". Lo sostiene il ministro degli Interni Matteo Salvini. "A inizio anno convocherò sia le società di calcio sia i responsabili dei tifosi di tutta Italia delle serie A e B, perché il calcio torni ad essere un momento di divertimento e non di violenza. Vedremo di fare quello che non sono riusciti a fare altri", sottolinea Salvini al suo arrivo a Pesaro per il comitato dell'ordine e della sicurezza, dopo l'assassinio del fratello di un pentito di mafia.

Il comunicato ufficiale dell'Inter 

Attraverso un comunicato ufficiale, l'Inter si è dissociata da quanto avvenuto durante Inter-Napoli e ha preso una posizione sulle successive sanzioni del giudice sportivo. Il club ha ribadito che "che dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro.
La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto. Assieme alla nostra città noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro Club", si legge.
E ancora: "L'Inter è presente in 29 paesi del mondo, dalla Cambogia alla Colombia, dove oltre diecimila bambini sono coinvolti nel progetto Inter Campus, che ha l'obiettivo di restituire loro il diritto al gioco in contesti delicati, attività la cui importanza è stata riconosciuta anche dall'ONU.
Da quando una notte di 110 anni fa i nostri fondatori hanno messo la firma su quello che sarebbe stato il nostro percorso, noi abbiamo detto no ad ogni forma di discriminazione.
Per questo ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi", prosegue il comunicato.