Traffico rifiuti, nove a processo e comune Milano parte civile

Lombardia
Immagine di archivio (ANSA)

Erano stati arrestati a fine luglio. Nel corso dell’inchiesta era stata scoperta una discarica abusiva nel Parco Agricolo Sud di Milano 

A Milano nove persone sono state mandate a processo con rito immediato con le accuse principali di associazione per delinquere e “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”. La richiesta è arrivata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese guidata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci. Gli imprenditori erano stati arrestati a fine luglio scorso in un’inchiesta che aveva portato alla scoperta di una discarica abusiva nel Parco Agricolo Sud di Milano. Rientra nell’indagine anche l’incendio avvenuto nel 2016 nel capannone di una ditta a Melegnano nel milanese. Il comune di Milano, attraverso i suoi legali, è pronto a costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni nel processo che inizierà, come stabilito dal gip, il 5 dicembre davanti alla sesta sezione penale. Nove le società coinvolte e che erano state sequestrate nell’indagine dei carabinieri della Forestale di Milano e Pavia tre mesi fa. Sette imprenditori sono finiti in carcere e due ai domiciliari. Tra gli imputati ci sono anche Sabino Natale, considerato dagli inquirenti il capo dell’associazione per delinquere, e Massimo Lettieri della cooperativa Ri-maflow di Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano.

L’indagine

Stando alle indagini gli imprenditori arrestati offrivano prezzi molto vantaggiosi ai produttori di rifiuti paventando lo smaltimento legale soprattutto di carta da parati. Poi, tramite una particolare tecnica, avrebbero estratto dalla carta un pvc scadente che vendevano in Italia e all’estero, Messico e Turchia, a un terzo del prezzo. Col materiale tossico, secondo gli inquirenti, sarebbero stati realizzati prodotti di uso comune, tra cui scarpe per bambini. Agli imprenditori sono state anche rivolte le accuse, a vario titolo, di frode in commercio e falso nelle pubbliche registrazioni: sono stati sequestrati due milioni e 100 mila euro sui conti delle società. Contestato un episodio di estorsione a mano armata all’amministratore di un’azienda di Voghera, in provincia di Pavia, il quale avrebbe minacciato con una pistola i dipendenti che chiedevano risposte sui ritardi nel pagamento degli stipendi. 

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