Pizzerie, ecco le migliori in Italia nel 2026 secondo Gambero Rosso. La guida
LifestyleIntroduzione
Gambero Rosso ha presentato la guida “Pizzerie d'Italia 2026”, che contiene i nomi dei migliori locali nel nostro Paese in cui mangiare le varie tipologie di pizza. La guida è stata presentata a Napoli, alla Mostra d'Oltremare. Ma a vincere nella classifica generale non è stato un locale del capoluogo campano. Ecco i nomi
Quello che devi sapere
La guida
La guida “Pizzerie d’Italia 2026” del Gambero Rosso, curata da Pina Sozio e arrivata alla tredicesima edizione, fotografa un settore in costante crescita. All’interno delle 564 pagine ci sono 816 indirizzi di locali che sono stati selezionati e recensiti, con 134 nuovi ingressi nella guida. “Abbiamo il privilegio di costruire una guida corale, nella quale l'ascolto dei territori è il punto di partenza fondamentale del lavoro di critica”, ha spiegato Sozio
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I premi
Le pizzerie premiate sono numerose (e in aumento). In cento hanno ricevuto i Tre Spicchi, il massimo riconoscimento per le pizzerie “al piatto”, mentre in diciotto hanno conquistato le Tre Rotelle, massimo riconoscimento per quelle “al taglio” o da asporto. I premi speciali, poi, sono nove. E sono trentaquattro le Stelle, cioè i locali che hanno ricevuto Tre Spicchi o Tre Rotelle per almeno dieci anni consecutivi
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Chi ha vinto tra i Tre Spicchi?
A vincere nella categoria Tre Spicchi, cioè quella riservata alle pizzerie al piatto, sono due locali a pari merito: “Pepe in grani” di Franco Pepe, che si trova a Caiazzo, in provincia di Caserta, e “I Tigli” di Simone Padoan a San Bonifacio, in provincia di Verona. Entrambe le pizzerie hanno ottenuto 97 punti su 100
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Le altre posizioni
Un gradino sotto, con 96 punti su 100, troviamo altri due locali: “Sasà Martucci - I Masanielli”, che si trova a Caserta, e “Confine - Pizza e Cantina” che è a Milano. Ancora sotto, con 95 punti su 100, ci sono altri otto locali: “Seu Pizza Illuminati” a Roma, “Renato Bosco Pizzeria” a San Martino Buon Albergo (Verona), “Pizzeria Clementina” a Fiumicino (Roma), “Màdia” a Salerno, “Lisola Restaurant” a Forio (Napoli), “La Contrada” ad Aversa (Caserta), “I Masanielli” a Caserta, “BOB Alchimia a Spicchi” a Montepaone (Catanzaro)
Chi ha vinto tra le Tre Rotelle?
Il primo posto nella categoria Tre Rotelle, che premia le pizzerie al taglio o da asporto, è una conferma: vince Gabriele Bonci con la pizzeria “Pizzarium”, che si trova a Roma e che ottiene 96 punti su 100. Le pizzerie premiate in questa categoria passano dalle 16 dello scorso anno alle 18 di questa edizione. I due nuovi ingressi sono locali della Capitale, patria della pizza a taglio: “Ruver Teglia Frazionata” e “Frumentario”
I premi speciali
Tra i premi speciali c’è quello di Pizzaiolo emergente assegnato a Davide Giallongo, di “Mazzini60” a Pozzallo (Ragusa). Il premio per Ricerca e innovazione è andato a “Madia”, a Salerno. La miglior proposta di fritti è stata giudicata quella di “Tac thin & crunchy”, a Roma. Il premio Pizza e territorio è andato a “L'ammaccata”, a Casal Velino (Salerno)
Gli elementi fondamentali
Ma quali sono gli elementi fondamentali attorno ai quali si deve indirizzare sempre più il prodotto e il mondo pizza? Secondo Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso, sono territorialità, stagionalità vera e sostenibilità soprattutto sociale, valorizzando i giovani con una remunerazione dignitosa del loro lavoro e rendendoli parte del progetto. "In Italia le pizzerie sono più di 35mila: il futuro dipenderà dalla capacità di legare il prodotto a territorio, stagionalità e sostenibilità", ha spiegato
Non solo luci
Ma non ci sono solo luci. Ruggeri, infatti, ha parlato senza mezzi termini di un “clima avvelenato” tra i pizzaioli, “con fazioni, piccoli micropartiti più o meno in lotta”. "Tutto ciò fa sorridere, soprattutto pensando a quello che hanno creato in questo tempo i pizzaioli in termini di qualità, di valore, di prodotto", ha aggiunto. Il problema, che non è certo solo un problema del “mondo pizza”, è che “si fa molta fatica a creare unità d'intenti, a lavorare all'unisono. È tempo di abbassare le asce e guardarsi meno in cagnesco. È successo anche qui negli anni scorsi – ha sottolineato ancora il direttore del Gambero Rosso –, con alcuni che sono andati via perché certi punteggi non erano in linea con altri. Ben vengano le critiche. Ma sono un paradosso queste lotte veramente provinciali fra pizzaioli, rispetto a un mondo che è in fermento, va a mille, è sintonizzato su tutti i trend attuali, con la pizza che vuol dire autenticità, leggerezza, informalità, accessibilità, vetrina del territorio". La pizza, ha concluso Ruggeri, "è gioia, cultura, contatto umano, non un terreno di polemiche, ma una lingua universale che sa unire"
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