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Una stella tranquilla, ritratto a fumetti di Primo Levi

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Gabriele Lippi

Un libro che rivela l'urgenza di scrivere dell'autore sopravvissuto ad Auschwitz e del fumettista che ne racconta la vita da testimone, chimico e scrittore. L'opera di Pietro Scarnera torna con una nuova edizione. Per non dimenticare

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Il 19 ottobre del 1945, dopo un anno di prigionia ad Auschwitz è un lungo viaggio attraverso l’Est Europa, Primo Levi tornava a Torino per rimettere piede in una casa che non avrebbe mai più lasciato. Comincia da qui il racconto di Pietro Scarnera in Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi, un fumetto che è testimonianza più che biografia, pubblicato nel 2014, diventato introvabile e riproposto ora in una nuova edizione cartonata da Coconino Press, in occasione del Giorno della Memoria (255 pagine, 22 euro).

Coconino Press

La storia dopo Auschwitz

Comincia dal ritorno a Torino, Scarnera, perché quello che gli interessa non è tanto raccontare l’esperienza del lager e la sua liberazione, già descritte da Levi in Se Questo è un UomoLa Tregua e Sommersi e Salvati. Scarnera si pone come obiettivo quello di raccontare un altro viaggio di Levi, quello che lo portò negli anni a diventare uno degli scrittori più apprezzati del Novecento. E lo fa attraverso una ricostruzione puntuale dei documenti lasciati da Levi, prendendo a prestito le sue parole, adattandole e riproponendole, in una sorta di staffetta del ricordo.

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Coconino Press

Il testimone, il chimico, lo scrittore

Il libro di Scarnera si divide in tre parti, tre aspetti diversi della personalità di Levi: il testimone, il chimico, lo scrittore. Tre ruoli che Levi ha interpretato nel corso degli anni, sovrapponendoli spesso tra di loro e aggiungendone un quarto, quello di marito e padre. Si compone il quadro di un uomo normale con un intelletto fuori dal comune e una vita suo malgrado straordinaria. Scarnera indugia poco sull’aspetto privato, di cui si sa poco, se non qualche fotografia e qualche intervista rilasciata da Levi nell’ultimo periodo della sua vita, quando iniziò a scostare almeno in parte quel velo di riserbo innalzato a coprire e proteggere la sua famiglia e i sentimenti. 

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Senza gabbia né vignette

Una stella tranquilla è un fumetto particolare, senza gabbie a vignette, con grandi tavole capaci di raccogliere al loro interno, senza barriere, ogni aspetto della narrazione, mischiando i tre elementi della nona arte (la parola, il disegno e gli elementi grafici) in maniera fluida ed efficace, in cui i richiami all'esperienza dei lager sono lasciati a scatti, simboli, disegni che richiamano e omaggiano quelli di Zoran Music, pittore sloveno deportato a Dachau come prigioniero politico.

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Un uomo dal multiforme ingegno

Ciò che emerge, invece, è un profilo intellettuale e psicologico complesso che è unico eppure condiviso, il sottile e persistente senso di colpa del salvato nei confronti dei sommersi, un dolore testimoniato per dovere di cronaca ma mai esibito, anzi, spesso celato. In un’intervista, a chi gli chiedeva che epitaffio avrebbe voluto sulla sua lapide, Levi rispose con due parole tratte dall’Odissea: “polla planctè”, “molto errò”. Eppure, a ben vedere, un'altra parola dello stesso Proemio omerico pare perfetta per descriverlo: “polìtropon”, di multiforme ingegno.

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L'urgenza di raccontare

È figlio di una grande urgenza, quella di raccontare. Quella che colpì Levi prima ancora che lasciasse il lager, rendendolo lo scrittore che poi fu. La stessa che prese Scarnera, folgorato dagli scritti, dalla personalità e dalla vita del suo illustre concittadino e deciso a ricostruirne le tappe recandosi sui luoghi della sua vita dopo Auschwitz, per raccogliere il testimone di un racconto che è necessario continuare. Perché “è avvenuto, quindi può accadere di nuovo”, è il modo migliore per far sì che ciò non avvenga, è non dimenticare.

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Pietro Scarnera, Una stella tranquilla. Ritratto sentimentale di Primo Levi, Coconino Press, 255 pagine, 22 euro

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