Detrazioni fiscali, cos’è il bonifico parlante e come predisporlo

Economia
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Introduzione

Sia in passato che oggi utilizzare la giusta tipologia di pagamento ha una grande importanza se si vuole ottenere un bonus edilizio. È infatti fondamentale sapere come procedere nei pagamenti delle imprese a cui ci si affida, per evitare problemi e poter accedere alle detrazioni previste. Tra le modalità più selezionate c'è il bonifico parlante: ecco perché e qual è la differenza con quello ordinario

Quello che devi sapere

Cos’è il bonifico parlante

Il cosiddetto bonifico parlante è una modalità di pagamento, che si può effettuare sia online che fisicamente in banca o alla posta, in cui chi effettua l’operazione deve specificare una serie di dati precisi all’interno della causale. Fra gli elementi che devono comparire in modo chiaro e completo rientrano:

  • il codice fiscale di chi usufruirà dell’agevolazione;
  • il codice fiscale o la partita IVA dell’azienda o del professionista che esegue i lavori;
  • gli estremi della fattura (numero e data);
  • una causale dettagliata che riporti sia la motivazione del pagamento sia il riferimento normativo che giustifica il diritto alla detrazione.

 

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Perché è utile

Questo strumento viene richiesto ogni volta che si intende ottenere agevolazioni fiscali, perché rappresenta il mezzo obbligatorio attraverso cui dimostrare la spesa sostenuta. Nel caso, ad esempio, dell’acquisto di apparecchi a risparmio energetico, la prova del pagamento tramite bonifico parlante diventa indispensabile per accedere agli sconti fiscali collegati. 

 

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La differenza tra il bonifico parlante e il bonifico ordinario

Il bonifico parlante può essere considerato a tutti gli effetti un versamento “documentato”, poiché raccoglie una serie di elementi utili a dimostrare con precisione l’avvenuto pagamento di una spesa specifica. In un bonifico ordinario, invece, compaiono semplicemente il nominativo del destinatario, il suo IBAN e una causale generica che descrive la transazione. Oltre a semplificare l’ottenimento delle detrazioni, tale procedura assicura una piena tracciabilità del movimento economico, consentendo agli enti competenti di verificare senza difficoltà la correttezza dei dati dichiarati e la reale idoneità all’agevolazione.

Quando viene utilizzato

Il bonifico parlante rappresenta una particolare modalità di pagamento, impiegata quando si devono saldare interventi per i quali lo Stato riconosce sconti fiscali o forme di incentivo economico. Negli ultimi anni le istituzioni italiane hanno potenziato in modo significativo le misure destinate a favorire comportamenti più sostenibili, concentrandosi soprattutto sulla riqualificazione degli edifici e sulle opere di miglioramento energetico. In quest’ottica sono state introdotte numerose agevolazioni che rendono più conveniente puntare su soluzioni orientate al risparmio energetico. 

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Quali spese vi rientrano

Tra le spese che possono beneficiare di questi vantaggi rientrano, ad esempio, la posa di impianti fotovoltaici oppure la sostituzione dei sistemi di climatizzazione, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento degli ambienti. Attraverso l’utilizzo del bonifico parlante, i proprietari di case e i residenti in complessi condominiali possono dimostrare l’effettiva realizzazione dei lavori e accedere così alle relative detrazioni. Un caso molto diffuso è quello dell’ecobonus, misura che sfrutta proprio questo tipo di versamento per certificare gli interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica e consentire ai cittadini di usufruire dei benefici fiscali previsti dal legislatore.

Cosa serve per richiedere un bonus

Come detto, il bonifico parlante può essere disposto online, in banca o alle Poste e richiede una causale dettagliata che segnali al Fisco la natura agevolata del pagamento. Va ricordato come, per ottenere bonus come quello sulle ristrutturazioni, occorra indicare il riferimento normativo, gli estremi della fattura, il codice fiscale di chi beneficia della detrazione e quello dell’impresa che esegue i lavori. In caso di immobili in comproprietà o di interventi condominiali vanno riportati anche i dati di tutti i proprietari o del condominio. L’Agenzia delle Entrate ha più volte ribadito che, senza queste informazioni, il pagamento non vale per richiedere le detrazioni.

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Gli errori più comuni

È importante prestare attenzione anche agli errori più comuni, come l’indicazione non corretta della normativa a cui l’intervento fa riferimento, la mancanza o l’incompletezza dei dati richiesti e persino errori nell’intestazione della fattura. Una causale formulata in modo scorretto, ad esempio priva del richiamo esatto alla disposizione di legge applicabile, può complicare notevolmente le verifiche da parte delle autorità tributarie. Nel momento in cui ci si rende conto di aver inserito informazioni sbagliate, è opportuno controllare con attenzione ogni dettaglio del pagamento. Il passo successivo consiste nel rivolgersi al proprio istituto di credito per chiedere la rettifica: spesso, soprattutto quando l’operazione è stata effettuata tramite home banking, è possibile annullare l’ordine errato e sostituirlo con uno corretto. Qualora vi siano tempistiche stringenti, la banca può anche velocizzare l’iter di modifica, così da evitare slittamenti nei pagamenti.

 

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