Buy Now Pay Later, dal 2026 in vigore nuova norma Ue per i pagamenti a rate: cosa cambia

Economia
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Introduzione

Il ricorso al buy now pay later si è ormai radicato nelle modalità di spesa degli italiani, trainato da transazioni in aumento e da una platea di società che continua ad allargarsi. In pochi anni questo meccanismo di rateizzazione a zero interessi è passato dall’essere una soluzione per pochi utenti digitali a diventare una pratica diffusa, capace di crescere a ritmi sostenuti e di coinvolgere generazioni molto diverse tra loro. Non mancano, però, le novità all’orizzonte: ecco cosa sapere

Quello che devi sapere

Cosa cambia

Il comparto si avvia verso un cambiamento profondo: entro il 20 novembre di quest’anno, con entrata in vigore effettiva dal 20 novembre 2026, sarà adottata la nuova direttiva europea che sottoporrà il buy now pay later a criteri molto più stringenti in materia di trasparenza, verifiche sulla capacità di rimborso e obblighi omogenei per tutte le piattaforme. L’attuale linea di separazione dei 90 giorni, che distingue il buy now pay later dal credito al consumo, verrà abbassata a 50 giorni per le dilazioni effettuate nei negozi fisici e a 14 giorni per quelle finalizzate online.

 

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Cosa significa

Di conseguenza, realtà come Klarna, Scalapay o PayPal, che propongono piani a 60 giorni, dovranno allinearsi al quadro più severo previsto per il credito al consumo, che impone informative precontrattuali dettagliate e controlli obbligatori sulla solvibilità dell’utente.

 

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La crescita esponenziale del fenomeno

La nuova cornice normativa introduce un cambiamento che, da un lato, rafforza le garanzie per chi acquista, ma dall’altro ridefinisce radicalmente il contesto operativo per le aziende che propongono piani di pagamento dilazionato. Il timore è che alla fine i costi necessari ad adattare processi e verifiche finiscano per essere trasferiti sul cliente finale. Le analisi del Politecnico di Milano mostrano come il volume delle operazioni buy now pay later nel nostro Paese sia balzato da 0,4 miliardi nel 2020 a 6,8 miliardi nel 2024, per poi continuare a salire anche nel 2025, con un +28% registrato nei primi sei mesi dell’anno secondo Crif.

Coinvolte tutte le fasce d'età

La platea degli utenti si è ampliata oltre i giovani, coinvolgendo anche fasce più mature, attratte dalla possibilità di dilazionare spese contenute senza oneri aggiuntivi. Un elemento significativo è l'ingresso di consumatori senza precedenti storie creditizie: oggi rappresentano circa il 17%, quasi il doppio rispetto ai piccoli prestiti tradizionali.

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Le scelte di Klarna, PayPal e Satispay

Anche per adeguarsi alle nuove normative le piattaforme più rilevanti del settore stanno già modificando la propria strategia, orientandosi verso dilazioni più estese e formule ibride che si avvicinano sempre di più ai finanziamenti classici. PayPal ha lanciato piani fino a 24 mesi, con interessi modulati in base alla durata, mentre Klarna offre opzioni da 6 o 12 mesi con costi rapportati alla cifra spesa. Scalapay, forte anche della partnership con Deutsche Bank, mette oggi a disposizione rateizzazioni fino a 36 mesi, talvolta senza oneri aggiuntivi e in altri casi con condizioni definite con i singoli esercenti. 

Le alternative

Accanto ai servizi più conosciuti di buy now pay later continuano a esistere modalità di finanziamento più tradizionali che, pur risultando meno rapide, garantiscono termini chiari e trasparenti anche per somme più consistenti. Nella grande distribuzione rimangono molto utilizzati i classici prestiti a tasso zero, che permettono di diluire nel tempo il costo di prodotti costosi senza applicare interessi. Altre proposte puntano invece sulla semplicità operativa: PagoDil, soluzione sviluppata da Cofidis, consente di ripartire importi fino a 5 mila euro in rate mensili senza oneri aggiuntivi, con addebito diretto su carta di debito e un processo snello basato sulla verifica immediata dei documenti. A queste si affiancano strumenti come la carta Agospay Zero di Agos, che per spese superiori a 500 euro offre la possibilità di suddividere il pagamento in dieci mensilità a costo zero, salvo un modesto contributo di gestione.

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I rischi

Ma quali sono i rischi principali del buy now pay later? Il vero nodo critico riguarda il comportamento degli utenti: molti percepiscono il buy now pay later come una soluzione “leggera”, distante dall’idea di un vero finanziamento, e questo può portare ad accumulare impegni di pagamento senza piena consapevolezza, soprattutto tra le fasce più giovani. Anche le stesse aziende del settore riconoscono ormai questo pericolo: la facilità con cui si attivano più piani di rateizzazione, spesso senza una visione complessiva del proprio debito, può generare un livello di esposizione crescente. Per questo arriva la svolta in modo tale che, quando le rate iniziano a moltiplicarsi e incidono in modo significativo sul budget familiare, sia possibile intervenire tempestivamente, contattare i fornitori del servizio e rivedere le condizioni debitorie.

 

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