Pensioni 2026, rivalutazione a +1,4% e minime a 611 euro: il calendario dei pagamenti Inps

Economia
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Introduzione

L’Istituto nazionale di previdenza (Inps) ha reso noto in una circolare (numero 153) il calendario dei pagamenti delle pensioni per tutto il 2026. Ecco le date da segnare.

Quello che devi sapere

Come funzionano i pagamenti

Solitamente, i pagamenti dei trattamenti pensionistici e di altri sostegni previdenziali come, per esempio, le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili o le rendite vitalizie dell’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) sono effettuati il primo giorno bancabile di ogni mese. In caso di festività o di giornata non bancabile, i versamenti slittano di 24 ore con un unico mandato di pagamento.

 

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I pagamenti Inps a gennaio 2026

Nel mese di gennaio, con la contingenza della festività di Capodanno, i pagamenti slittano per legge al secondo giorno bancabile. Alle soglie del nuovo anno, l’accredito alle poste è dunque previsto il giorno sabato 3 gennaio 2026 mentre per quanto riguarda le banche occorrerà aspettare lunedì 5.

 

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Le date fino a dicembre

Tra i mesi del 2026 dove si verificherà un disallineamento tra i pagamenti di poste e banche ci sono anche maggio e agosto. Per effetto della Festa del Lavoro, l’accredito del cedolino emesso dagli uffici postali avverrà sabato 2 maggio mentre quello erogato dagli istituti di credito slitterà a lunedì 4. Per agosto il cedolino sarà corrisposto dalle Poste sabato 1° mentre lunedì 3 sarà la volta delle banche. Per i restanti mesi, i pagamenti avverranno, per tutti, il giorno 1° ad aprile, giugno, luglio, settembre, ottobre e dicembre. Mentre si dovrà attendere il giorno 2 nei mesi di febbraio, marzo e novembre.

 

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Conguagli a gennaio e febbraio

L’Inps rende noto, inoltre, che sulle rate della pensione di gennaio e febbraio 2026 potrebbero verificarsi dei conguagli a debito relativi a eventuali trattenute erariali Irpef del 2025 ed effettuate in misura inferiore a quanto dovuto su base annua. Per i pensionati con trattamenti annui inferiori a 18mila euro e conguagli a debito con importo superiore a 100 euro la legge prevede la rateizzazione fino a novembre 2026. Ai fini fiscali, le somme sottoposte a conguaglio verranno certificate nella Certificazione Unica (Cu) 2026.

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Rivalutazione 2026 all’1,4%

Nella circolare, pubblicata il 19 dicembre scorso, l’Istituto ha fatto sapere che dal 1° gennaio prossimo le pensioni saranno rivalutate dell’1,4%. Tale valore dovrà necessariamente tenere conto dell’eventuale conguaglio che verrà effettuato a fine anno tramite la perequazione

Pensioni minime a 611 euro

Come previsto dal decreto interministeriale del 19 novembre scorso, con la rivalutazione è destinato a salire l’importo delle pensioni più basse. Per il 2026 il trattamento minimo aumenterà a 611,85 euro al mese. Di conseguenza, il nuovo valore farà da “bussola” per la determinazione dei limiti sul riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito. Nuovi importi sono attesi, nell’anno venturo, anche per quanto riguarda i trattamenti inferiori al minimo: con l’incremento pari all’1,3% saliranno a 619,8 euro.

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Rivalutazione definitiva 2025

Nel frattempo, viene assodato il valore dell’0,8% come rivalutazione delle pensioni per l’anno 2025. Il dato conferma la previsione e pertanto non sono necessari conguagli.

Come funziona la rivalutazione

Per il 2026 rimane l’impianto della rivalutazione a scaglioni. Obiettivo di questo meccanismo è assicurare che le pensioni medio-basse beneficino dell’adeguamento completo sull'inflazione. Mentre per gli assegni più alti viene previsto un incremento gradualmente più contenuto senza tuttavia arrivare all’azzeramento.

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Il sistema a scaglioni

L’Inps ricorda che il prossimo anno le pensioni saranno rivalutate al 100% dell’inflazione, dunque dell’1,4%, fino a quattro volte il trattamento minimo, con il limite d’importo fissato a 2.413,60 euro lordi. Il recupero del 90% è invece previsto per gli assegni collocati nella fascia d’importo compresa tra quattro e cinque volte il trattamento minimo, vale a dire tra i 2.413,61 e i 3.017,00 euro lordi. I trattamenti recupereranno il 75% dell'inflazione, con una rivalutazione dell’1,05%, per le fasce di importo superiori a cinque volte l'assegno minimo, oltre i 3.017,01 euro lordi.

Manovra, modifiche visibili da febbraio

Mentre il tema delle pensioni accende le discussioni nella maggioranza sulla Manovra 2026, ora in Commissione Bilancio al Senato, a gennaio sono attese ulteriori modifiche sull'importo netto degli assegni. In questo caso, è verosimile che gli effetti inizieranno ad essere applicati dal cedolino di febbraio 2026 insieme ad eventuali arretrati. La motivazione dipende dai tempi tecnici dei pagamenti di inizio anno predisposti dall'Inps prima dell'approvazione definitiva della Legge di Bilancio con le relative modifiche.

 

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