Rottamazione Quater, termini scaduti: per non decadere si può pagare fino al 9 dicembre

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Per chi ha aderito alla definizione agevolata delle cartelle, la Rottamazione Quater, il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli. Il termine formale per saldare l’ultima tranche è già passato, ma i contribuenti dispongono ancora di una finestra utile che si chiude il prossimo 9 dicembre. Ecco cosa sapere per chi ancora non si è messo in regola

Quello che devi sapere

La stretta

L’adempimento interessa sia chi è rimasto sempre in regola con i versamenti e deve corrispondere la decima quota, sia coloro che sono stati riammessi al piano e sono tenuti al pagamento della seconda scadenza del nuovo calendario. Grazie al margine di tolleranza previsto dalle norme, e allo slittamento automatico in caso di festività, i versamenti eseguiti entro il 9 dicembre 2025 saranno comunque ritenuti validi. Per procedere al pagamento occorre servirsi esclusivamente dei bollettini allegati alla comunicazione ufficiale, consultabile anche online sul portale dell’Agenzia della Riscossione.

 

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Se non si paga

Cosa succede in caso di mancato pagamento? In questa circostanza il mancato versamento, così come il pagamento in ritardo o per cifre inferiori a quelle stabilite, comporta automaticamente la decadenza dalle agevolazioni previste: quanto già versato non andrà perso, ma verrà imputato come semplice anticipo sul debito complessivo. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, alla fine del 2024 risultavano incassati 12,2 miliardi di euro, a fronte di quasi la metà dei contribuenti decaduti dal piano. L’effetto complessivo sull’ammontare dei crediti fiscali, secondo le proiezioni ufficiali, arrivava a toccare un tetto di circa 38,5 miliardi.

 

Per approfondire: Rottamazione quinquies, non potrà aderire chi in regola con quater: le novità

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La rottamazione quinquies

In contemporanea l’esecutivo porta avanti una nuova edizione, la Rottamazione Quinquies, con la Legge di Bilancio attualmente in discussione che potrebbe già contenere l’annuncio di una nuova sanatoria, fortemente sponsorizzata dalla Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini spinge soprattutto per estendere la platea, includendo anche chi è stato oggetto di accertamento fiscale, ipotesi che al momento non trova spazio nella bozza. Su questa apertura, però, pesano le perplessità degli alleati e, soprattutto, il nodo delle coperture finanziarie. Nonostante ciò, dagli ambienti del Carroccio filtra fiducia sull’approvazione finale. In attesa del provvedimento definitivo, Palazzo Chigi precisa che l’operazione di “tregua” fiscale riguarderà i debiti affidati all’agente della riscossione nel periodo compreso tra il 2000 e la fine del 2023.

Come si articolerà

Secondo quanto previsto finora, i debiti potranno essere saldati in un’unica tranche oppure diluiti nel tempo attraverso un piano di rientro lungo nove anni, articolato in 54 scadenze bimestrali tutte dello stesso importo. Si tratta di una scelta diversa rispetto alle prime ipotesi emerse alle Camere, che prevedevano un percorso decennale con 120 rate mensili. Nelle scorse settimane il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che questa sanatoria non è un “colpo di spugna” per gli evasori, ma uno strumento destinato a chi ha presentato regolarmente la dichiarazione senza riuscire poi a effettuare i versamenti. L’impianto, infatti, è più restrittivo rispetto alle edizioni precedenti e prende in considerazione soltanto le posizioni di chi ha dichiarato il dovuto ma non lo ha pagato, o lo ha fatto in modo errato.

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I tributi previsti e i tributi esclusi

Tra le pendenze ammesse rientrano anche tributi comunali come Imu e Tari. Restano invece esclusi i soggetti già inseriti nella rottamazione quater per i quali, al 30 settembre, i pagamenti risultavano in regola: queste posizioni non potranno migrare nella nuova versione annunciata dalla prossima Manovra. In breve, la misura sarà accessibile esclusivamente a chi è stato trasparente nelle comunicazioni ma in difficoltà nella fase di versamento.

 

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L’estensione della platea

Nelle scorse settimane il governo aveva ipotizzato che la nuova misura potesse coinvolgere fino a 16 milioni di contribuenti, una valutazione che però non è escluso venga ridimensionata. Già a marzo, durante un’audizione in Senato, la Ragioniera generale dello Stato Daria Perrotta aveva messo in guardia sulle stime, sottolineando che il numero delle rate previste incide direttamente sul rischio di perdita del beneficio e, di conseguenza, sulle possibilità reali di incasso integrale delle somme. 

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Le possibili modifiche

Nel dibattito parlamentare resta aperto il tentativo di ampliare il numero dei potenziali beneficiari della misura. A fare maggiore pressione in questa direzione è soprattutto la Lega, che attraverso una serie di emendamenti punta a includere anche chi è stato destinatario di accertamenti fiscali. In parallelo, altre forze politiche provano a rimettere in gioco parte dei contribuenti già esclusi dall’ultima sanatoria. Come detto, però, i margini di manovra restano limitati: l’obiettivo centrale della legge finanziaria resta quello di non alterare gli equilibri dei conti pubblici e ogni intervento dovrà essere accompagnato da risorse certe, altrimenti è destinato a cadere. Nonostante le difficoltà, diverse proposte sono ancora sul tavolo. Una di queste è proprio l’allargamento della platea, inserito tra gli emendamenti “segnalati”, cioè quelli considerati prioritari dai partiti. A confermarlo è stato il senatore Claudio Borghi, tra i relatori del provvedimento di bilancio.

 

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