Fisco, tornano ad ampliarsi detrazioni per familiari a carico. Per quali parenti?
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Cambiano di nuovo le regole in tema di detrazioni per familiari a carico: il governo torna parzialmente indietro sui suoi passi e riallarga le maglie che danno diritto ad avere le agevolazioni del 19%, ricomprendendo - tra gli altri - anche fratelli e sorelle e non più quindi soltanto i figli o i genitori conviventi. Le novità sono state inserite nell’ultimo decreto legislativo Irpef-Ires approvato dal Consiglio dei ministri, ma non valgono per tutti. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Detrazioni familiari a carico, dietrofront del governo Meloni
Con l’ultima Legge di Bilancio, quella approvata per il 2025, il governo di Giorgia Meloni aveva stretto le maglie del sistema delle detrazioni fiscali. Guardando a quelle relative ai familiari, quelle che rimanevano applicate direttamente in busta paga erano state circoscritte soltanto ai coniugi non separati, ai figli fino ai 30 anni, ai genitori e ai nonni, se conviventi. Non c’erano invece limiti di età per i figli disabili.
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I limiti reddituali per essere considerati “a carico”
Per poter essere considerati “a carico” di qualcuno, almeno dal punto di fiscale, si deve far riferimento al limite reddituale di 2.840,51 euro all’anno, che salgono a 4mila euro per i figli fino ai 24 anni di età.
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Le novità
Il governo ha deciso di mantenere i limiti di reddito già fissati, ma ha esteso nuovamente la platea di familiari che danno diritto alla detrazione del 19% sulle spese sostenute ad esempio per ragioni mediche o di studio. Per capire quali sono i gradi di parentela ricompresi bisogna far riferimento all’articolo 433 del codice civile.
Chi sono i familiari a carico
Ecco quindi i familiari citati dal codice civile:
- Il coniuge;
- I figli - legittimi o legittimati o naturali o adottivi - e, in loro mancanza, i discendenti prossimi, anche naturali. Vi rientrano ad esempio i figli conviventi del coniuge deceduto;
- I genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi;
- Gli adottanti;
- I generi e le nuore;
- Il suocero e la suocera;
- I fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali.
In tutti i casi, si deve chiaramente trattare di persone conviventi o comunque mantenute economicamente da chi vuole portare in detrazione le spese sostenute. Non devono poi essere titolari di assegni di mantenimento di tipo giudiziale.
Il caso degli ex coniugi
L’unico caso per cui non si è tornati indietro è quello dell’ex coniuge: le sue spese non possono rientrare tra quelle detraibili per l’altro coniuge. Di fatto, non si considera più l’ex coniuge come un “familiare”.
Non torna la detrazione fissa in busta paga
Non torna invece la detrazione in misura fissa prevista direttamente in busta paga, come in alcuni casi succedeva in passato. Significa che le spese che si vogliono portare in detrazione possono essere inserite solamente nel modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
Norme valide già dal 2025
Le norme inserite nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri, specifica il testo della stessa legge, sono valide a partire dal 2025. Quindi le spese sostenute durante l’anno che sta volgendo al termine, anche se si pensava che non fossero detraibili, possono invece esserlo.
Le altre norme del decreto Irpef-Ires
Il decreto ha introdotto diverse novità anche in altri ambiti. Si è ad esempio stabilito che d’ora in poi si estende il principio di derivazione rafforzata alle micro-imprese che stilano il loro bilancio in forma abbreviata e non più solamente a quelle che scelgono invece un bilancio ordinario. Nel testo anche una novità riguardo la correzione degli errori contabili: per chi sottopone il proprio bilancio d’esercizio a revisione legale dei conti, la correzione di detti errori diventa fiscalmente rilevante se viene portata a termine entro la data in cui è approvato il bilancio del periodo in cui è stato commesso l’errore. Poi norme sulle scissioni societarie per scorporo e sulla fiscalità internazionale.
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