Introduzione
Si tratta a oltranza tra i partiti sulla Manovra 2026. E spunta anche l’ipotesi di un Fondo pensione complementare per i neonati, da attivare entro i primi tre mesi di vita con un piccolo contributo - di 50 euro - dell’Inps. I soldi potrebbero poi essere riscattati dai giovani per pagare l’università o aprire un’attività. La proposta arriva da Fratelli d’Italia e ricalca un ddl già presentato dal partito della premier Meloni.
L’obiettivo è quello di "promuovere la cultura previdenziale" e "supportare e agevolare la formazione e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro", in particolare il "lavoro autonomo".
Quello che devi sapere
Cos'è la previdenza complementare
Si tratta in sostanza di una pensione “privata”, che si può accumulare nel corso degli anni per andare a integrare l’assegno dell’Inps. Come? Mettendo da parte una porzione del proprio reddito anno dopo anno. I soldi che si risparmiano anno dopo anno, in questo modo, potranno fruttare dei rendimenti che al momento della pensione, o del riscatto, tra 20, 30, 40 anni, potranno permettere una vita più agiata.
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Il Fondo per i nuovi nati
Secondo quanto anticipa Il Messaggero, il fondo per i nuovi nati avrebbe già un nome: “Fondo di previdenza per i giovani”. Ma come funzionerebbe il meccanismo? Entro tre mesi dalla nascita, i genitori attivano il fondo presso l'Inps, versando almeno 100 euro. L’Istituto contribuisce aggiungendo 50 euro. Quando il beneficiario diventerà maggiorenne potrà ritirare le somme, se lo desidera, per l'istruzione o per l'attività lavorativa. L’iscrizione al Fondo, nella proposta di FdI, è volontaria. Saranno i genitori, o un parente fino al terzo grado, a decidere se aderire o meno.
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Molti i dettagli da definire
Ma restano ancora parecchi dettagli da definire. Servirebbe un versamento minimo ogni anno per tenere il fondo aperto? E di quanto? La somma accumulata potrà essere riscattata in anticipo? E, se sì, solo in alcuni casi, e ben definiti, o per qualsiasi ragione?
Quanto costerebbe questa iniziativa?
In termini di spesa, chi si è occupato dello studio della misura ipotizza circa 18 milioni l’anno, prendendo come riferimento i circa 369mila nati nel 2024.
L'ipotesi con cifre più alte
Va ricordato che, poche settimane fa, da FdI era già arrivato un disegno di legge che proponeva sostanzialmente la stessa idea, anche se con cifre diverse e più alte, e cioè: versamento iniziale di 300 euro dello Stato, poi almeno 100 euro all'anno dalla famiglia per quattro anni, che sarebbero accompagnati da altri 200 euro pubblici all'anno. Per lo Stato questo meccanismo avrebbe però un costo più consistente: circa 500 milioni il prossimo anno e 250 milioni l’anno a regime.
Come funziona in Trentino Alto Adige
In Trentino-Alto Adige, da poco è attivo un incentivo destinato ai nuovi nati, che consiste in un contributo economico legato all’iscrizione del bambino a un fondo di previdenza complementare.
Come spiega la Regione sul suo sito, "il contributo è pari complessivamente ad euro 1.100 ed è suddiviso in cinque annualità. Per il primo anno spetta una somma pari ad euro 300, mentre per i quattro anni successivi spetta una somma pari ad euro 200 annui a condizione però che sia stato effettuato, nella forma di previdenza complementare intestata al/alla minore, un versamento pari ad almeno 100 euro nell’anno di riferimento del contributo".
Qui i requisiti:
- il richiedente deve risiedere, in via continuativa, in un comune della regione da almeno 3 anni al momento della presentazione della domanda di contributo;
- il minore deve essere residente alla nascita in regione o acquisire la residenza in regione per effetto del provvedimento di adozione o di affidamento. Per gli anni successivi al primo anno di vita o al primo anno di adozione o di affidamento il minore deve risiedere in un comune della regione per il periodo annuale di riferimento del contributo. Tale ultimo requisito si intende soddisfatto con una residenza continuativa di almeno 10 mesi;
- al momento della presentazione della domanda, deve essere stata attivata l’adesione del/della minore ad una delle forme di previdenza complementare.
Per approfondire:
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