Assegno unico novembre 2025, quando arriva il pagamento? Le date

Economia
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Introduzione

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico rivolto alle famiglie con figli a carico, e viene attribuito per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Il pagamento del sostegno è mensile, e anche a novembre del 2025 la prestazione sarà erogata dall’Inps. Ecco cosa c’è da sapere.

Quello che devi sapere

Assegno unico novembre 2025, quando arriva

Il calendario dei pagamenti dell’assegno unico e universale per la seconda parte del 2025 è disponibile sul sito dell’Inps. Per quanto riguarda le prestazioni attualmente erogate che non hanno subito variazioni, il calendario prevede che nel mese di novembre siano pagate il 20 e il 21 del mese. Invece a dicembre, il mese che chiude il calendario per il 2025, le date da segnare sono il 17 e il 19 dicembre. Nel caso in cui si tratti del pagamento della prima rata del beneficio, questo arriva come di consueto nell’ultima settimana del mese successivo a quello della presentazione della domanda.

 

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Cosa sapere sull’assegno unico

L’assegno unico e universale è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico. L’importo che spetta cambia in base a diversi parametri: il primo è la condizione economica del nucleo familiare, calcolata sulla base di Isee valido al momento della domanda; il secondo è l’età e il numero dei figli a carico; il terzo sono le eventuali situazioni di disabilità dei figli. Il sostegno è definito “unico”, perché finalizzato alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e “universale” perché garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di Isee.

 

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A chi spetta l’assegno unico e universale

Il sostengo spetta a tutte le famiglie per ogni figlio minorenne a carico, mentre per i nuovi nati parte dal settimo mese di gravidanza. Inoltre se ne ha diritto per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, a patto che frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, o ancora che svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui. È possibile continuare ad averlo anche se il figlio è registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego, oppure se svolge il servizio civile universale. Inoltre l’assegno unico e universale spetta per ogni figlio con disabilità a carico, senza alcun limite di età.

Quali sono le condizioni da rispettare

L’assegno unico e universale per i figli a carico non è limitato ad alcune categorie di lavoratori, ma può essere richiesto da tutti: dipendenti pubblici e privati, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. Per avere accesso al sostegno è necessario che il richiedente sia cittadino italiano o di uno Stato dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Inoltre bisogna essere soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, residenti e domiciliati nel Paese.

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Qual è l’importo dell’assegno

C’è poi da tenere in considerazione l’importo dell’assegno unico: questo viene determinato in base all’Isee, se questo è stato presentato del nucleo familiare del figlio beneficiario. Inoltre l’importo cambia tenendo conto dell’età dei figli a carico e di altri elementi. Il beneficio è infatti composto da una quota variabile progressiva, che va da un massimo di 201 euro per ciascun figlio minore con Isee fino a 17.227,33 euro a un minimo di 57,5 euro per ciascun figlio minore in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 45.939,56 euro. Tuttavia l’importo dovuto per ciascun figlio, si legge sul sito dell'Inps, può essere maggiorato nei seguenti casi:

  • nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo);
  • madri di età inferiore a 21 anni;
  • nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
  • figli affetti da disabilità;
  • figli di età inferiore a un anno;
  • figli di età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con tre o più figli e ISEE fino a 45.939,56 euro.

Che cos’è la quota di compensazione

Per quanto riguarda l’importo dell’assegno, esiste poi una quota a titolo di maggiorazione che serve a compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare: questa scatta se l’importo del beneficio risultasse inferiore alla somma dei valori teorici dell’Assegno per il Nucleo Familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale) che venivano percepite nel regime precedente alla riforma che ha introdotto l’assegno unico.

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Come presentare la domanda

La domanda per l’assegno unico e universale può essere presentata sul sito dell’Inps oppure tramite gli enti di patronato. Per quelle sottoposte dal 1° marzo al 30 giugno, il beneficio spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Invece per le domande presentate dopo la metà dell’anno l’assegno decorre dal mese successivo a quello di presentazione ed è determinato sulla base dell’Isee al momento della domanda.


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