Cresce povertà assoluta in Italia, allarme Caritas: +43,4% di indigenti in 10 anni

Economia
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Introduzione

Aumenta ancora la povertà assoluta. Le persone che vivono in condizioni di indigenza rappresentano ormai il 9,8% degli italiani, cioè 5,7 milioni di cittadini, suddivisi in 2,2 milioni di nuclei familiari. Così certificano gli ultimi dati Istat sul tema, evidenziando un aumento esponenziale negli ultimi 10 anni: le famiglie in povertà assoluta sono aumentate del 43,3%.

Quello che devi sapere

Povertà assoluta, +62,6% di famiglie alla Caritas dal 2014

Riprende e approfondisce i numeri la Caritas, nel suo rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, presentato in vista della Giornata Mondiale dei poveri (domenica 16 novembre). Le rilevazioni mostrano come alla povertà economica si affianchi spesso una più ampia vulnerabilità sociale e relazionale delle persone. Nel 2024 i Centri di Ascolto Caritas hanno sostenuto 277.775 famiglie, circa il 12% di quelle in povertà assoluta, con un aumento del 3% rispetto al 2023 e del 62,6% rispetto al 2014. Tra queste, oltre una su due presenta almeno due forme di disagio appartenenti ad ambiti diversi, mentre una su tre ne manifesta tre o più, a conferma del carattere interconnesso e cumulativo delle povertà contemporanee. 

 

Per approfondire: Rischio povertà, Italia sopra media Ue: cresce disuguaglianza redditi. I dati Istat

I più a rischio: giovani, donne, Sud Italia, contratti part-time

Lo studio evidenzia come, nel trentennio 1990-2020, l’Italia sia l’unico Paese a registrare con un valore negativo (-2,9%) la variazione dei salari reali medi. A essere colpiti sono soprattutto le donne e i giovani di età compresa tra i 16 e i 34 anni, residenti al Sud. Lo stesso si può dire più in generale per chiunque abbia un contratto di lavoro part-time. 

 

Per approfondire: Cosa ci dicono i dati sulla povertà percepita in Europa

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10 mln di italiani hanno meno di 2mila euro di risparmi

Anche al di là della povertà assoluta, si stima che almeno 10 milioni di adulti abbiano risparmi liquidi inferiori ai 2mila euro, insufficienti per far fronte a eventualità come una perdita del lavoro o una malattia.

Aumentano le diseguaglianze

È in questo contesto che si fanno ancora più marcate le diseguaglianze: il patrimonio medio dei 50mila adulti più ricchi dello Stivale è più che raddoppiato rispetto agli anni ‘90, mentre i 25 milioni di italiani più poveri hanno visto la propria ricchezza media ridursi di più di tre volte e oggi detengono un patrimonio medio di circa 7 mila euro pro-capite. 

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La violenza sulle donne aumenta il loro rischio di povertà

Partendo dai dati Eurostat secondo cui circa una donna su tre in Italia ha subito violenza almeno una volta nella vita, la Caritas avverte che anche la violenza sulle donne ha pesanti riflessi dal punto di vista della povertà economica. Nel 76% dei casi, le donne che accedono ai centri antiviolenza non sono economicamente autonome. E resta preoccupante il coinvolgimento dei figli: nel 77,6% dei casi i minori sono testimoni delle violenze. In generale, le donne che chiedono aiuto sono perlopiù italiane, per circa due terzi del totale. 

Violenza sulle donne, le problematiche riscontrate dalla Caritas

La maggior parte delle donne ha tra i 45 e i 54 anni d'età, sebbene stia aumentando anche la quota delle donne più giovani. I loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza, dice la Caritas, sono complessi, segnati spesso da isolamento, mancanza di supporti familiari e reti sociali, difficoltà di accesso a risorse abitative, previdenziali e di inserimento lavorativo. Le violenze che gli operatori e i volontari delle Caritas riescono più spesso a intercettare sono quelle più latenti e nascoste, probabilmente anche le più diffuse: situazioni che emergono con grande difficoltà, come la violenza domestica prolungata, la violenza economica e quella in presenza dei figli.

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Allarme povertà energetica

La Caritas si concentra poi su un particolare tipo di difficoltà economica, quella della "povertà energetica": in molti, si legge, non possono usufruire di forniture adeguate e affidabili di energia elettrica e gas per indisponibilità di sufficienti risorse economiche. Pesano gli effetti della crisi climatica, che ha creato nuovi rischi ambientali e sociali. Secondo l'Oipe (Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica), nel 2023 le famiglie italiane in questa condizione erano 2,36 milioni, circa il 9% del totale, in crescita rispetto all'anno precedente (+1,3%, 340mila famiglie in più). Si è raggiunto così il valore più alto dall'inizio della serie storica. 

Caritas: “Ripensare al welfare per l’energia”

Le famiglie più povere, prosegue il rapporto, riservano l'8,7% della loro spesa ai beni e ai servizi energetici, contro il 3,3% delle famiglie più ricche. "Dal punto di vista delle risposte possibili, non si tratta più di affrontare una povertà tradizionale con strumenti assistenziali tradizionali - osserva la Caritas - ma di ripensare il welfare in una logica di sistema che integri sostenibilità ambientale e giustizia sociale, con politiche che intervengano prima che la vulnerabilità si trasformi in esclusione, affinché ogni cittadino, nella transizione energetica, abbia diritto a fruire di energia prodotta da fonti rinnovabili, accessibile a un prezzo equo e fruibile grazie a dispositivi efficienti". Si sottolinea come la spesa pubblica per i bonus si sia ridotta di un miliardo tra il 2022 e il 2023, spingendo i più poveri a tagliare sulla spesa per l’energia.

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Allarme gioco d’azzardo: affari a +349% dal 2006

E ancora, ci si sofferma sul problema del gioco d’azzardo, il cui volume monetario in Italia è cresciuto dai 35 miliardi di euro giocati nel 2006 ai 157 miliardi giocati nel 2024 (+349%). A partire dalla fine degli anni ‘90, l'offerta dell'azzardo si è arricchita di oltre una cinquantina di modalità di gioco, sia online che in presenza (oltre 150mila locali, disseminati in tutte le province italiane). Nel 2024, il totale delle perdite è stato pari a 20 miliardi di euro. I dati mostrano una correlazione inversa tra reddito medio per contribuente e perdita media al gioco, con un peso percentuale più alto nelle regioni più povere. Dieci regioni sono sopra la soglia della media nazionale (493 euro) e di esse, cinque sono regioni meridionali e isole, due del centro-sud (Abruzzo e Molise) seguite da Lazio e Lombardia.

 

Per approfondire: Gioco d'azzardo, l'Italia è quinta in Europa: i dati sulle scommesse sportive

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